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Uber in Borsa tra scioperi e azioni al ribasso

Il giorno della quotazione è arrivato: Uber entra in Borsa e dà il via alle sue contrattazioni con il prezzo di scambio delle azioni, però, al di sotto delle aspettative.

Secondo il Wall Street Journal, infatti, il valore attuale della compagnia di trasporti si aggira sui 75 miliardi di dollari, una cifra bassa se comparata ai 120 di cui si parlava giusto un paio di mesi fa.

Così, lo scenario ultimo, conferma un’offerta pubblica che parla di un prezzo per azione di 45 dollari l’una, con le aspettative di raccolta che al momento non superano i 10 miliardi di dollari.

A pesare sul ridimensionamento di quello che aveva tutte le sembianze di un debutto sul listino di New York di alto livello sembra essere stata la scarsa performance del concorrente Lyft, le cui azioni hanno perso l’11% nella giornata di mercoledì 8 maggio anche sull’onda della presentazione dei dati economici del primo trimestre, che hanno evidenziato delle perdite per azione di circa 9 dollari.

Non solo, ad avere il loro peso sull’attuale situazione ci sono anche gli scioperi che, da qualche giorno, autisti e dipendenti di Uber e Lyft stanno facendo negli Stati Uniti e in altre città del mondo. Quello che si vuole rivendicare, in poche parole, è una migliore condizione contrattuale.

Nonostante tutto, gli investitori – soprattutto i giapponesi di SoftBank, al momento i maggiori azionisti – guardano alla quotazione in Borsa con fiducia, auspicando a grandi profitti.

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