Ue, quattro aree italiane a rischio “rosso scuro”
Potrebbero esserci quattro regioni italiane presto inserite nella nuova “zona rosso scuro”, istituita dall’Unione europea in coordinamento con le autorità sanitarie per indicare le aree ad alto rischio di trasmissione del Covid-19. È quanto emerge da una simulazione – effettuata il 17 gennaio scorso – della nuova mappa di contagio realizzata dall’Ecdc, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
È stato il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, ad anticipare i dati della simulazione. Nella lista, ci sono aree di Portogallo, Spagna, Francia e Germania. E per l’Italia, sono state individuate Veneto, Emilia Romagna, Friuli e la Provincia Autonoma di Bolzano, dove appunto sarebbe stato rilevato un tasso di notifica delle infezioni negli ultimi 14 giorni di 500 o più ogni 100mila abitanti.
Secondo il piano ipotetico della Commissione Ue, i cittadini delle zone rosso scuro potrebbero essere sottoposti all’obbligo di test e quarantena per poter viaggiare da e verso i Paesi membri. Inoltre, l’Unione ha ribadito come tutti i viaggi non essenziali siano fortemente scoraggiati fino a quando la situazione epidemiologica non migliori considerevolmente. A maggior ragione se si tratta di aree in rosso scuro, dove quindi il livello di contagio da Covid sarebbe più elevato.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, contesta la validità dei dati dell’Ecdc ritenendoli non realistici: «Immagino che l’Ecdc parta dalla considerazione che i dati italiani siano uniformi. È un errore di fondo che porta a dati fuorvianti. Bisogna ribadire per l’ennesima volta che il numero di positivi a settimana su 100mila abitanti dipende dalle positività che si trovano facendo tamponi. Basta applicare la proprietà transitiva, ma anche stavolta non è stato fatto, secondo la quale chi fa tanti tamponi trova tanti positivi, chi ne fa meno, ne trova meno».
Nel dettaglio, il Friuli Venezia Giulia ha presentato un tasso di 768 casi; la Provincia Autonomia di Bolzano 696; il Veneto 656 e l’Emilia Romagna 528. Se i dati del 17 gennaio dovessero essere confermati, queste aree finirebbero dunque in rosso scuro.
«Purtroppo le valutazioni si basano soprattutto sull’incidenza settimanale, senza mettere questo dato in correlazione ai numeri di test effettuati. Seguendo questa logica una regione che non effettua test non avrebbe problemi, perché avrebbe un’incidenza di zero», commenta così il governatore altoatesino Arno Kompatscher.