by Redazione | 17 Gennaio 2025 15:33
Il 2024 si chiude con un risultato record per il turismo nell’Unione Europea: 2,99 miliardi di notti trascorse nelle strutture ricettive, con un aumento di 53,4 milioni di notti (+2%) rispetto al 2023. Un dato che rappresenta un incremento del 50% rispetto al 2009 e supera del 4% i livelli pre-pandemia del 2019, a conferma della ripresa completa del settore. E’ quanto emerge dall’ultimo report diffuso da Eurostat.
La crescita è stata trainata principalmente dagli ospiti internazionali, con un aumento di 58,7 milioni di pernottamenti rispetto all’anno precedente (+4,3%), mentre il turismo domestico ha registrato un lieve calo di 5,3 milioni di notti (-0,8%). Nel complesso, il 2024 ha visto un equilibrio quasi perfetto tra turisti nazionali (52%) e internazionali (48%).
Le strutture alberghiere si confermano la scelta principale, con 1,9 miliardi di notti (63% del totale), seguite da case vacanza e alloggi a breve termine con 711 milioni di notti (24%) e dai campeggi con 396 milioni di notti (13%). Nel terzo trimestre del 2024, più di 1 notte su 5 è stata trascorsa in campeggi, una tendenza particolarmente marcata in Francia, Lussemburgo e Danimarca.
Quasi tutti i paesi dell’Ue, secondo Eurostat, hanno registrato un aumento dei pernottamenti. I migliori risultati in Lussemburgo (+22%), Malta (+13%) e Lettonia (+7%). In termini assoluti, gli incrementi più significativi in Germania (+9,5 milioni) e, soprattutto, in Spagna (+16,2 milioni di notti). L’estate ha confermato la nazione iberica come protagonista assoluta, con 4,4 milioni di notti aggiuntive nel terzo trimestre, anche a fronte di proteste contro l’overtourism[1] in alcune località. In agosto, il mese più gettonato, si sono registrati 491,5 milioni di notti in tutta l’Ue, seguito da luglio con 450,2 milioni.
Al contrario, Francia e Belgio hanno registrato leggere diminuzioni (-0,8%), mentre in paesi come Italia, Svezia e Finlandia i numeri sono rimasti stabili. In Francia, quindi, non si è verificato il previsto e auspicato “effetto Olimpiadi”, con un calo di 3,3 milioni di notti durante il terzo trimestre, che coincideva con l’evento. L’anno dei cinque cerchi si è chiuso facendo segnare un -1%, pur mantenendo livelli più alti in termini assoluti di arrivi.
Allo stesso tempo si conferma sempre più marcata la tendenza verso il turismo internazionale: negli ultimi 15 anni, i pernottamenti degli ospiti stranieri nell’Ue sono cresciuti del 65%, contro un aumento del 34% per i turisti nazionali. Anche se non tutti i Paesi hanno recuperato pienamente i livelli pre-pandemia: Lettonia e Slovacchia, ad esempio, registrano ancora un gap del 15%.
Secondo ulteriori dati delle Nazioni Unite sul turismo, l’Ue è inoltre una delle principali destinazioni turistiche, con 6 Paesi tra le prime 10 destinazioni mondiali per i vacanzieri. Anche il Giappone ad esempio, come abbiamo raccontato[2], nel 2024 ha registrato dati record di arrivi dall’estero, con oltre 36,8 milioni.
Il turismo si conferma quindi un pilastro per l’economia dell’Ue, contribuendo al 4,5% del valore aggiunto lordo e favorendo, come sottolinea infine Eurostat, lo sviluppo di aree rurali e periferiche.
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