Essere o non essere sostenibili: il dilemma dell’aviazione Uk
Proseguire con l’impegno per combattere il cambiamento climatico o puntare sulla crescita dell’industria aerea. Questo il dilemma che attanaglia il governo laburista del Regno Unito, in un momento in cui deve confrontarsi con una crescita del Pil anemica.
Secondo le fonti di Bloomberg News, il governo del primo ministro Keir Starmer sarebbe pronto ad approvare l’espansione di tre aeroporti di Londra, dopo aver permesso al London City Airport di aumentare il tetto annuale dei passeggeri, lo scorso agosto. Un portavoce del governo ha comunque tenuto a precisare che “le proposte devono dimostrare di contribuire alla crescita economica, rimanendo in linea con gli attuali obblighi ambientali”.
Sempre secondo Bloomberg News, i ministri sperano di limitare le proteste degli ambientalisti affermando che l’impatto ambientale sarà minimizzato dall’entrata in vigore, all’inizio dell’anno, dell’obbligo del passaggio graduale dai carburanti tradizionali di origine fossile a quelli alternativi, comunemente chiamati Saf (Sustainable Aviation Fuels).
Il progetto ambizioso di produrre elettricità a zero emissioni entro il 2030, presentato da Londra, appare in pericolo con l’uso a tempo pieno di una seconda pista a Gatwick, un aumento della capacità degli aeroporti di Luton e City e l’aggiunta di una terza pista a Heathrow, secondo un’analisi di Alex Chapman, economista della New Economics Foundation. L’espansione di Heathrow crea contrasti nel partito laburista da anni: nel 2018, per esempio, Starmer votò contro la terza pista, mentre la cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, è sempre stata favorevole. L’espansione degli aeroporti sarebbe “vitale” per la crescita degli affari nel Regno Unito, secondo la direttrice generale della Camera di commercio britannica, Shevaun Haviland.
Secondo le previsioni di Airbus e Boeing, il traffico negli aeroporti europei sarà più che raddoppiato nel 2050, rispetto al 2019. Per questo, nonostante l’adesione ai Saf, sarà bruciata, nel 2049, la stessa quantità di combustibili fossili del 2023, secondo l’analisi di Transport & Environment, il principale gruppo europeo per i trasporti e l’energia puliti.