Continua a viaggiare al ritmo di oltre 30mila casi e circa 200 decessi al giorno la Gran Bretagna. Numeri che, in vista della stagione più fredda e alla diffusione di una sottovariante del Covid, inducono gli esperti – supportati dal partito laburista – a spingere sul governo inglese affinché siano reintrodotte una serie di restrizioni.
Quello che viene chiesto è la messa in atto di un “Piano B” – con mascherina obbligatoria, green pass in determinati luoghi e smart working – che, stando ai calcoli, costerebbe all’economia britannica da 11 a 18 miliardi di sterline, se le nuove norme anti contagio rimanessero in vigore fino a marzo 2022.
Secondo la task force inglese anti coronavirus, l’introduzione dell’obbligo di certificato vaccinale in determinati luoghi ridurrebbe la trasmissione del virus di circa il 5%, a fronte di un impatto elevato sull’economia. Amara contropartita che dissuade il premier Boris Johnson dall’introduzione di tali restrizioni.
L’ipotesi del Piano B arriva nella fase di ripresa delle finanze britanniche. L’economia, che insieme alla pandemia deve fare i conti con la Brexit, è «decisamente tornata sulla buona strada», fa sapere il cancelliere Rishi Sunak.
Una stagione di rinascita che, a livello turistico, ha beneficiato finora delle riaperture pressoché totali delle frontiere (pochissimi i Paesi rimasti in red list) e che ora si aspetta un nuovo scatto in avanti grazie alla riattivazione degli scambi con gli Stati Uniti dall’8 novembre.
Su tutto questo pesa come un macigno l’ipotesi del Piano B, che – in una sorta di effetto domino – vedrebbe il mondo intero riavvolgere il nastro della pandemia. Anche la Germania, infatti, ha fatto registrare un crescita esponenziale dei casi (+57% in più rispetto a due settimane fa) con un tasso valutato su 100mila abitanti che è tornato ai livelli dello scorso maggio. Il governo federale, quindi, sta discutendo se prolungare o meno lo stato di emergenza nazionale che resterà in vigore fino al 25 novembre. Ma l’estensione, ora, non è più solo un’ipotesi.
In Austria, infine, dopo l’introduzione del green pass, l’esecutivo locale ha annunciato un piano di lockdown selettivi, ovvero le restrizioni – in caso di un nuovo picco dei contagi Covid – saranno applicate solo ai non vaccinati. Secondo il governo austriaco, quindi, al raggiungimento di determinate soglie di allerta chi non si è immunizzato non potrà più accedere a bar, ristoranti, eventi culturali e neanche a strutture sportive e ricreative. Se la situazione dovesse aggravarsi, infine, ai non vaccinati sarà imposto il lockdown presso la propria abitazione.