by Redazione | 26 Ottobre 2021 11:17
Continua a viaggiare al ritmo di oltre 30mila casi e circa 200 decessi al giorno la Gran Bretagna. Numeri che, in vista della stagione più fredda e alla diffusione di una sottovariante del Covid, inducono gli esperti – supportati dal partito laburista – a spingere sul governo inglese affinché siano reintrodotte una serie di restrizioni.
Quello che viene chiesto è la messa in atto di un “Piano B” – con mascherina obbligatoria, green pass in determinati luoghi e smart working – che, stando ai calcoli, costerebbe all’economia britannica da 11 a 18 miliardi di sterline, se le nuove norme anti contagio rimanessero in vigore fino a marzo 2022.
Secondo la task force inglese anti coronavirus, l’introduzione dell’obbligo di certificato vaccinale in determinati luoghi ridurrebbe la trasmissione del virus di circa il 5%, a fronte di un impatto elevato sull’economia. Amara contropartita che dissuade il premier Boris Johnson dall’introduzione di tali restrizioni.
L’ipotesi del Piano B arriva nella fase di ripresa delle finanze britanniche. L’economia, che insieme alla pandemia deve fare i conti con la Brexit, è «decisamente tornata sulla buona strada», fa sapere il cancelliere Rishi Sunak.
Una stagione di rinascita che, a livello turistico, ha beneficiato finora delle riaperture pressoché totali delle frontiere[1] (pochissimi i Paesi rimasti in red list) e che ora si aspetta un nuovo scatto in avanti grazie alla riattivazione degli scambi con gli Stati Uniti dall’8 novembre[2].
Su tutto questo pesa come un macigno l’ipotesi del Piano B, che – in una sorta di effetto domino – vedrebbe il mondo intero riavvolgere il nastro della pandemia. Anche la Germania, infatti, ha fatto registrare un crescita esponenziale dei casi (+57% in più rispetto a due settimane fa) con un tasso valutato su 100mila abitanti che è tornato ai livelli dello scorso maggio. Il governo federale, quindi, sta discutendo se prolungare o meno lo stato di emergenza nazionale che resterà in vigore fino al 25 novembre. Ma l’estensione, ora, non è più solo un’ipotesi.
In Austria, infine, dopo l’introduzione del green pass, l’esecutivo locale ha annunciato un piano di lockdown selettivi, ovvero le restrizioni – in caso di un nuovo picco dei contagi Covid – saranno applicate solo ai non vaccinati. Secondo il governo austriaco, quindi, al raggiungimento di determinate soglie di allerta chi non si è immunizzato non potrà più accedere a bar, ristoranti, eventi culturali e neanche a strutture sportive e ricreative. Se la situazione dovesse aggravarsi, infine, ai non vaccinati sarà imposto il lockdown presso la propria abitazione.
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