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Un decalogo anti overtourism: ci pensa Fiavet con Enit

ciminnisi

Overtourism, iperturismo. Termini inflazionati per certificare in realtà un dato di fatto: l’Italia è saldamente ai primi posti nel mondo come destinazione scelta per vacanze di soggiorno e viaggi esperenziali. Oltre 143 milioni di arrivi, 451 milioni di presenze censiti nel 2023, con un buon 52% di turisti stranieri, ovvero 74,2 milioni di viaggiatori esteri che hanno portato nelle casse del nostro Paese 44 miliardi di euro. Per gestire questi flussi è arrivato il momento di condividere una strategia e ognuno deve fare la sua parte.

A partire dall’Enit che, come ha spiegato il ceo Ivana Jelinic nel forum di Rimini dedicato all’overtourism e organizzato da Fiavet «si muove su tre fronti: le fiere, con una partecipazione sempre mirata che coinvolge soggetti pubblici e privati, i workshop a tema e la comunicazione promozionale nei mercati-chiave con campagne su stampa, radio, tv e canali social. Uno sforzo compiuto con un budget di circa 37 milioni di euro che è di gran lunga inferiore a quello di cui dispone l’ente di promozione di un paese competitor come la Spagna che può contare su 188 milioni di euro».

«Eppure – sottolinea Jelinic – riusciamo comunque a favorire costantemente gli incontri tra operatori esteri e italiani, facciamo la nostra parte che qui in Italia si vede poco semplicemente perchè agiamo all’estero, con costanti interazioni. Ed è in queste interlocuzioni che si possono anche recepire istanze, suggerimenti su come orientare la clientela internazionale. Si può e si deve continuare a fare, con il pieno supporto di Enit, che è sempre disponibile a collaborare e, grazie all’immenso patrimonio del nostro Paese, a contribuire a destagionalizzare e decongestionare».

Proprio questi imperativi sono stati inglobati da Fiavet quali elementi di riferimento per lavorare a un decalogo e, come ha sottolineato il presidente della federazione Giuseppe Ciminnisi, «in qualità di rappresentante della categoria degli agenti di viaggi Fiavet può avere il doppio ruolo di interlocutore e fautore di strategie, per coordinare fornitori locali di servizi turistici, ad esempio alberghi e luoghi di attrazione, ma anche per gestire al meglio la mobilità degli ospiti stranieri con attività di prenotazione. Siamo a tutti gli effetti il fulcro di un’assistenza ai turisti che può determinare una migliore gestione dei movimenti turistici nel nostro Paese».

Ne sono convinti anche Giampiero Campajola, presidente di Fiavet Friuli Venezia Giulia e delegato all’incoming, e Giancarlo Reverenna, presidente di Fiavet Veneto ed esperto di sostenibilità: a loro il compito di illustrare il decalogo che la federazione degli agenti di viaggi intende condividere con altri player e referenti istituzionali per prevenire i fenomeni dell’iperturismo e far sì che questo immenso tesoro che è l’incoming italiano venga gestito senza rischiare di perdere preziose performance.

Un decalogo che vede tra le priorità incontestabili la diversificare dell’offerta, la destagionalizzazione, il dialogo con le istituzioni nazionali e locali, la collaborazione tra gli attori della filiera, un’opera di sensibilizzazione tra gli stakeholder e un livello di sostenibilità che ben si coniughi con le potenzialità del traffico ricettivo. L’auspicio è che il vademecum venga recepito da chi di dovere e non resti un semplice tentativo di affrontare fenomeni che potrebbero danneggiare la nostra credibilità di destinazione turistica leader nel mondo. In una parola: essere primi nei numeri non basta, bisogna saperli anche nell’amministrare.

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