Non bastano i voucher, che qualcuno ha definito ammortizzatori “sulle spalle dei clienti”. Non bastano la cassa integrazione e quei 600 euro per gli atipici, che non spettano neanche a tutti. Di certo non basta il supposto impegno della Farnesina per i rimpatri, di cui già si sono denunciate le falle, con la stessa Alitalia “di Stato” che per i voli di rientro richiede cifre esorbitanti.
Tutto questo naturalmente non basta per sostenere il settore turistico nella sua stagione più buia dal secondo dopoguerra: la crisi da Covid-19. Serve molto, ma molto di più, per non piangere – dopo i morti per il virus – il crac di un intero sistema economico.
“La parte del decreto Cura Italia dedicata al turismo è un timidissimo e del tutto insufficiente palliativo, mentre il rischio che il comparto collassi è altissimo”, scrive un’Astoi Confindustria mai così ferrea.
“Dalla fine di gennaio – sottolinea l’associazione – i tour operator stanno registrando solo uscite: costi extra per i rimpatri, rimborsi per le cancellazioni, stipendi dei dipendenti, affitti degli immobili, anticipi dati ai fornitori e penali applicate da questi ultimi (soprattutto fornitori esteri)”.
Secondo il Cerved Industry Forecast Covid-19, il settore dei viaggi va incontro quest’anno a una perdita di fatturato dal 35,5 al 68,8% rispetto al 2019.
Da qui la richiesta di Astoi di istituire “un Fondo nazionale emergenze per assicurare la continuità aziendale del turismo, indennizzando così le cancellazioni registrate e l’impossibilità di vendere e produrre fatturato”. Una misura stanziata in decreto per altri settori, tra cui spettacolo, cultura, agricoltura e pesca, ma non per il turismo.
Sul fronte fiscale, prefigurando uno scenario “zero incassi” sul prossimo trimestre, l’associazione dei t.o. chiede uno stralcio dei contributi di marzo e aprile e una sospensione per maggio e giugno 2020; oltre alla creazione di specifici crediti d’imposta per le spese sostenute in Italia e/o all’estero per il mantenimento di villaggi turistici/alberghi ovvero di impegni con strutture ricettive, non solo a marzo.
Riguardo agli ammortizzatori sociali, e in particolare sull’accesso alla cigs, Astoi chiede invece “un intervento chiarificatore, urgente e immediato, per evitare una drastica riduzione dell’occupazione nel giro di un bimestre”.
«Se il governo non integrerà al più presto i provvedimenti già varati non saremo in grado di garantire i livelli occupazionali e la sopravvivenza delle nostre aziende.La nostra autonomia finanziaria non può durare in eterno a fronte di continui esborsi e zero ricavi. Riteniamo di avere diritto allo stanziamento di un Fondo per l’emergenza, al pari di altri settori», conclude il presidente Nardo Filippetti.
Lo stesso Fondo era stato richiesto, nei giorni scorsi, da Assoviaggi Confesercenti. «Il decreto Cura Italia va nella giusta direzione ma non è sufficiente – aveva dichiarato il suo presidente Gianni Rebecchi – Il settore è davvero in ginocchio a causa dell’epidemia da coronavirus, ed è per questo che occorre istituire subito un Fondo nazionale emergenze per l’indennizzo sulle mancate vendite e cancellazioni dalla chiusura dei voli con la Cina a fine gennaio fino ai prossimi mesi, anche a supporto delle riprotezioni sostenute».
Un appello al governo Conte, questo, a cui si unisce anche L’Agenzia di Viaggi Magazine, come testata di riferimento per l’industria del turismo organizzato.