by Serena Martucci | 12 Giugno 2024 7:00
La tratta è di quelle inaugurate di recente da Wizz Air, la compagnia low cost che, in vista della stagione estiva, ha lanciato oltre 200 rotte dall’Italia verso l’Europa e non solo.
Due ore per archiviare il cielo grigio di Roma Fiumicino e atterrare nella città regina della fiesta spagnola e delle acque che più blu non si può: Alicante. Siamo nella capitale della Costa Blanca, 200 chilometri di territorio di spiaggia finissima, calette trasparenti, villaggi a picco sul mare, qualche palazzone di troppo e maestose torri di guardia e castelli. Un tour organizzato dall’Ente di promozione del turismo spagnolo e dal vettore europeo, per andare alla scoperta della costa orientale della Penisola iberica.
«Qui da noi ci si dimentica del tempo», ci racconta Felipe, la nostra guida. È un omone dal sorriso enorme, orgoglioso della sua terra, che a ogni passo saluta tutti quelli che incontra. «Cerco di far scoprire ai turisti gli angoli più noti e quelli meno conosciuti di questa città», aggiunge, mentre strizza l’occhio a uno degli anziani seduti a prendere il sole sull’uscio di una casetta trasformata in opera d’arte. Con lui esploriamo uno dei simboli di Alicante, il Castello di Santa Barbara. Impossibile in effetti non notare questa fortezza medievale arroccata sul monte Benacantil, il promontorio roccioso a strapiombo sul mare. È una delle più grandi di Spagna, ed è composta da tre livelli, costruiti in epoche storiche differenti. Passeggiamo tra le eleganti sale, curiosiamo tra cunicoli e torri, ma il momento più emozionante è la splendida vista panoramica della baia della città.
Dalla cima del castello scendiamo verso il cuore pulsante del centro storico, attraversando viuzze colorate e arrivando nella zona del mercato centrale, riconoscibile dalla monumentale facciata in stile Art Decò. Questa è l’area preferita dagli alicantini per il tardeo, quando dalle 17 alle 21 le strade si animano di persone pronte a socializzare, bere una copa di Monastrell, uno dei migliori vitigni del Paese e godersi l’atmosfera rilassata prima di cena. Più che un’abitudine sociale, una vera filosofia di vita che invita a godersi i piccoli momenti della giornata. Perché nonostante alcune costruzioni gigantesche facilmente riconoscibili, come quella che qui tutti chiamano “la piramide”, Alicante cerca di preservare quell’atmosfera di villaggio di pescatori e rimarcare quel legame indissolubile con il mare. Un esempio è la Explanade de Espana, un paseo di 500 metri tra palme, ristoranti, negozi e panchine dove sedersi a prendere il fresco. L’occhio è rapito dalla pavimentazione che ricrea le onde dell’oceano: sei milioni di tessere di marmo rosso e nero usate per ricordare che qui quelle acque cristalline sono un patrimonio di tutti.
Se incrociate per strada una palma, sappiate che è possibile che sia stata piantata e cresciuta a Elche. Questa cittadina a 30 chilometri da Alicante, è famosa per conservare il palmeto più grande d’Europa, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, e gran parte dell’economia cittadina ruota intorno a queste piante. Il Palmeto di Elche è un imponente bosco che si estende per oltre 300 ettari e conserva ancora oggi ben più di 200mila esemplari di palme, arrivate qui secoli or sono con gli arabi che per prendersene cura costruirono un complesso sistema di irrigazione in funzione ancora oggi.
Camminiamo con il naso all’insù ammirando le fronde che si stagliano contro il cielo, cercando i nomi dei personaggi illustri a cui sono dedicate le palme. Qui c’è anche un museo dedicato interamente alle tecniche di coltivazione e riproduzione delle piante e l’Huerto del cura, un giardino botanico che custodisce una collezione di palme, fiori e piante arrivate da ogni angolo del mondo. Nato come orto di un sacerdote, negli anni è diventato un paradiso delle biodiversità con fontane e laghetti dove fanno capolino i pavoni, scorci incantevoli ed esemplari da record, come una palma di 200 anni detta la Palmera imperial, o anche “di Sissi”, in onore della principessa austriaca che visitò la località nel 1894.
Tra le ricchezze di questa piccola cittadina, c’è anche il volto di una donna, la dama di Elche, una scultura in calcare risalente al IV secolo a.C. ritrovata per caso da un contadino nel 1897. Il busto di questa dama, la cui origine e significato sono ancora avvolti nel mistero, è esposto al museo archeologico di Madrid, ma in occasione della domenica delle Palme la dama torna nella sua città natale.
Costa Blanca è anche sinonimo di vita notturna e divertimento. Dagli anni Ottanta l’indirizzo preferito dai giovani di tutta Europa è quello di Benidorm, placida cittadina baciata dal sole adagiata sulle due spiagge di Levante e Ponente.
L’impatto con lo skyline della città lascia un po’ spiazzati: grattacieli da oltre 30 piani che guardano verso la costa urbana attrezzata con aree gioco per i bambini e pedane che rendono il mare accessibile ai disabili. Eppure quello che può sembrare agli occhi meno esperti una specculazione edilizia nasce per motivi di ecosostenibilità. «L’obiettivo è stato quello di non consumare il suolo – ci spiega Laura Garcia di Visit Benidorm – Siamo la quarta città spagnola per numero di arrivi turistici con 15 milioni di pernottamenti all’anno. Proprio per sostenere questi numeri negli anni abbiamo lavorato per diventare un esempio di città sostenibile ed efficiente. Abbiamo cambiato l’illuminazione pubblica arrivando al 74% di risparmio energetico, raccogliamo l’acqua piovana per reimpiegarla nell’irrigazione, abbiamo una rete di 134 chilometri di piste ciclabili e piantato nuovi alberi per abbassare la temperatura e creare zone di ombra naturali e, grazie al modello urbano in verticale dei nostri alloggi, riusciamo a ritirare la spazzatura in sole tre ore, anche nei periodi di alta stagione».
In inverno Benidorm è presa d’assalto da pensionati inglesi e del Nord Europa che qui vengono per il microclima che rende le giornate piacevoli tutto l’anno, ma d’estate arrivano soprattutto famiglie, coppie e gruppi di giovani.
«Abbiamo cinque parchi tematici per i più piccoli, numerosi sport acquatici che è possibile praticare sulle nostre spiagge e il Parco naturale della Sierra Gelada, con scogliere alte 300 metri e dune fossilizzate tra le più belle al mondo. Per gli agenti di viaggi abbiamo anche una piattaforma gratuita con info sull’area», aggiunge Laura.
Vale la pena visitare anche la Cattedrale di San Giacomo e il Balcon del Mediterraneo, una suggestiva terrazza affacciata sul mare che divide le due spiagge cittadine.
A pochi chilometri da Benidorm ci sono altri due piccoli gioielli imperdibili: il villaggio di Altea, con le sue case bianche, le strette viuzze, i laboratori degli artisti, le porte di legno e l’atmosfera senza tempo e Calpe, dominata dal massiccio roccioso del Peñón d’Ifach.
Questo Parco naturale regala una vista impressionante sulle scogliere che si tuffano nel Mediterraneo, ma la città è nota anche per alcuni complessi residenziali realizzati dall’architetto Ricardo Bofill, esempio di architettura contemporanea innovativa.
Tra questi spicca la Muralla Roja, un edificio color pastello con scale labirintiche con 50 appartamenti privati e che ha ispirato la location della serie coreana Squid Game, il dramma che ha incollato allo schermo milioni di spettatori in tutto il pianeta. Il complesso è stato progettato nel 1968 da Ricardo Bofill, architetto e urbanista spagnolo che viene considerato uno dei massimi rappresentanti del postmoderno. Oggi attira visitatori da tutto il mondo ed è il palazzo più “instagrammato” di Spagna.
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