Un tetto alle crociere:
Barcellona vs overtourism
Overtourism e limitazione dell’impatto ambientale del turismo. Sono i due argomenti che muovono la proposta del sindaco di Barcellona Ada Colau di «limitare a tre al giorno le navi da crociera in arrivo in città».
Un provvedimento non nuovo alle destinazioni turistiche: nel 2019, prima della pandemia, Clia e la città di Dubrovnik avevano firmato un accordo per gestire il numero di navi nella città croata ed evitare l’eccesso di arrivi.
Il sindaco della città catalana ne ha discusso durante la prima riunione del gruppo di studio presieduto sulla regolamentazione delle navi da crociera e il loro impatto turistico e ambientale che si è tenuto lunedì 18 luglio.
Le istituzioni presenti – Commissione mista Consiglio comunale-Generalitat, governo statale e autorità portuale – hanno deliberato che un gruppo di lavoro unificherà e aggiornerà i dati esistenti in termini di inquinamento ambientale e impatto economico dell’attività turistica delle navi da crociera.
«In alta stagione, che comprende i mesi da maggio a ottobre, possiamo avere 40.000 passeggeri al mese, quindi proponiamo una riduzione del numero di crocieristi, ad esempio, a 10.000 al mese, anche se non è una cifra definitiva», ha risposto Colau in merito alle proposte avanzate in riunione.
«Barcellona è una città molto affollata, ovviamente bisogna porsi dei limiti – ha dichiarato Colau – I cittadini chiedono limiti per condurre una vita sana ed equilibrata in città.
Barcellona, già a giugno scorso, aveva stabilito nuove imposte turistiche per i crocieristi e di recente ha fissato un tetto ai tour di gruppo. Dalla città catalana, nel pre Covid, era partito il movimento “tourist go home” contro l’overtourism.
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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