Liquidità. È qui che il turismo organizzato gioca la sua grande partita. Una sfida impervia quella messa in piedi dalla pandemia, che ha stremato agenzie di viaggi, tour operator e operatori tutti, rimasti con gli scaffali semi o completamente vuoti e il fatturato ridotto al lastrico. Ma dopo quasi dieci mesi, tra proteste di piazza, lettere aperte e piani di sopravvivenza, il tanto agognato contributo a fondo perduto ad hoc – per quanto si tratti ancora di una prima parte e il ritardo sia larghissimo – sta iniziando ad arrivare nelle tasche dei primi beneficiari.
Riavvolgiamo il nastro e torniamo a marzo, quando – nonostante anche qui si parli di un “buco” da 7 miliardi – è sceso in campo lo strumento voucher, scalfito dallo sgomento delle associazioni dei consumatori e dai problemi sollevati dall’Unione europea, comunque idoneo a dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori del turismo.
Il bonus di 600 euro agli stagionali (ma non solo), la cassa integrazione e anche il blocco dei licenziamenti: queste le misure d’emergenza più rilevanti. Fino ai 3 miliardi del Recovery Fund. La scena, però, se l’è rubata tutta il contributo a fondo perduto destinato alle agenzie di viaggi e ai tour operator. Una “telenovela” iniziata con il decreto Rilancio (dove è stato introdotto anche il contributo a fondo perduto relativo al calo di fatturato del solo mese di aprile) e culminata con la pubblicazione da parte del Mibact degli elenchi di assegnazione in continuo aggiornamento. Oggi resa un po’ meno amara per chi, nei propri conti correnti, inizia a intravedere i primi bonifici di sostegno.
DA 25 A 625 MILIONI DI EURO. Prima i 25 milioni di euro stanziati con il dl Rilancio; poi l’incremento di agosto a 265 milioni (di cui 20 a guide e accompagnatori) e quello del Ristori di 400 (di cui 20 a guide e accompagnatori). Ammonta a 625 milioni di euro il contributo che il governo deve al comparto per il suo rilancio. Questo il criterio scelto per accedere allo stanziamento, seguito dall’indispensabile via libera della Commissione europea.
L’ammontare del contributo a valere sul fondo è determinato applicando una percentuale (20,15, 10 e 5%) alla differenza tra fatturato e corrispettivi dal 23 febbraio al 31 luglio 2020 e il fatturato e i corrispettivi del corrispondente periodo del 2019.
IL GRIDO DEGLI ESCLUSI. Tasto dolente quello relativo alle agenzie di viaggi autodefinite “invisibili”, ovvero quelle di nuova costituzione (nate tra il 2019 e il 2020) e quelle con in mano un contratto di associazione in partecipazione stipulato con un network.
“L’agenzia di viaggi che non c’è. Sembra il titolo di una fiaba ma sfortunatamente è una terribile realtà – si legge nella lettera aperta scritta alla stampa da un gruppo di circa 300 adv, guidato da Lorenzo Orlandini e Giusy Smiriglia – Professionisti del turismo dimenticati che urlano a gran voce alle istituzioni di essere riconosciute, di essere ricordate, ma che, come nella celebre fiaba, risultano non esistere agli occhi di uno Stato evidentemente troppo “grande” per vedere con gli occhi di noi piccoli. Sfiancate e disilluse da dieci mesi di lockdown e promesse, svilite da codici Ateco che non le raggruppano in quel meraviglioso mondo che è il turismo, queste agenzie di viaggi in associazione in partecipazione osservano in una indefinita zona grigia l’evolversi degli eventi senza poter fare nulla. Tendiamo a tutti, associazioni, network e colleghi, una mano virtuale. Per chiedere ancora una volta unione e collaborazione. Siamo coscienti di quanto il momento sia tragico per tutti e siamo più che pronti a lottare non solo per noi, ma per tutti noi agenti di viaggi. Chissà che alla fine di questo anno non ci si possa rincontrare sull’isola che non c’è, quel luogo un po’ speciale solo ‘nostro’ che si chiama turismo”.
GLI EMENDAMENTI ALLA MANOVRA 2021. Nel frattempo, il governo procede i lavori sulla Legge di Bilancio. Con emendamenti alla manovra, infatti, è stato previsto il pacchetto di misure per il turismo con una dotazione di 505 milioni di euro, oltre che il fondo da 500 milioni per il settore aeroportuale.
Le agevolazioni per il settore turistico prevedono, prima di tutto, l’esenzione della prima rata Imu per il comparto (strutture ricettive, stabilimenti balneari, fiere e sale da ballo) e il prolungamento del credito d’imposta al 60% del canone di locazione degli immobili destinati alle imprese turistico-ricettive fino al 30 aprile 2021 (credito d’imposta che viene esteso anche ad agenzie di viaggi e tour operator). Queste prime due misure valgono rispettivamente 225 milioni e 160 milioni di euro.
L’emendamento rifinanzia, poi, il fondo per il settore turistico (dedicato ad agenzie, operatori, guide e accompagnatori turistici e previsto dal decreto Rilancio) con 100 milioni per il 2021, mentre ulteriori 20 milioni di euro saranno destinati alle agevolazioni fiscali per la riqualificazione e il miglioramento delle strutture ricettive turistico-alberghiere (il cosiddetto tax credit quindi passa da 180 a 200 milioni di euro).
La dote di 500 milioni per il settore aeroportuale, invece, servirà ad alimentare un fondo per i gestori aeroportuali e i prestatori di servizi di assistenza a terra. Secondo lo schema approvato in Commissione, il ministero dei Trasporti sarebbe già autorizzato a erogare, subito e come anticipo, fino a 315 milioni di euro ai gestori aeroportuali e a 35 milioni alle imprese di handling.
I CONTRIBUTI REGIONALI. Mano tesa al settore anche dalle Regioni, da una buona parte di queste. Nell’ultimo periodo, considerando rifinanziamenti e nuove attribuzioni, buoni esempi arrivano da Emilia Romagna; Lombardia; Friuli Venezia Giulia; Veneto, Lazio, Liguria, ma anche la Calabria.