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Uragani Usa, batosta per le compagnie assicurative

Assicurazione casa uragani adobe

Gli uragani Helene e Milton che si sono abbattuti sugli Stati Uniti nel giro di pochi giorni, il primo il 26 settembre e il secondo il 9 ottobre, hanno provocato devastazioni enormi, centinaia di vittime e ingenti danni materiali in tutta la Florida, la Carolina del Nord, la Carolina del Sud, la Georgia e l’Ohio.

Passata l’urgenza dei soccorsi e mentre ancora l’industria turistica della Florida è in ginocchio, a causa della chiusura di parchi a tema, aeroporti e porti e la cancellazione di migliaia di voli e crociere, si comincia a fare una conta dei danni e delle perdite assicurative, che sarebbero, secondo il Financial Times, solo per Milton, quasi 60 miliardi di dollari a causa dell’aumento enorme e imprevedibile delle richieste di risarcimento. A fare il punto sul settore è GlobalData.

Il National Office of Insurance Regulation, già dopo Helene, aveva reso noto che erano state presentate 112.926 richieste di risarcimento con perdite assicurative stimate pari a 1,1 miliardi di dollari.

Tra queste, 52.070 riguardano automobili private, seguite da 50.672 richieste di risarcimento per immobili residenziali. Altri danni segnalati comprendono veicoli commerciali e danni alle proprietà commerciali e, per Milton, sebbene l’impatto sia stato meno violento, si prevedono ancora più richieste perché l’uragano è andato a colpire una regione densamente popolata della Florida con danni stimati, anche secondo la Casa Bianca, per 50 60 miliardi di dollari.

È un colpo durissimo per il settore assicurativo, che rischia di vedere compromessa la propria redditività per l’intero 2024 anche se l’aumento dell’incidenza di questi eventi significativi dovrebbe spingere la vendita delle polizze a copertura completa del rischio di alluvione e sostenere così il recupero di risorse economiche e la crescita delle assicurazioni nei prossimi cinque anni.

Ma, a frenare il recupero potrebbero essere proprio i cittadini statunitensi che, invece, si assicurano sempre meno contro le alluvioni, nonostante gli eventi metereologici estremi siano sempre più intensi e dannosi.

In base a uno studio del Washington Post, che si basa sui dati recenti del National Flood Insurance Program, le polizze sono infatti in calo rispetto all’ultimo decennio e circa metà non sono state rinnovate a causa del costo eccessivo del premio.

Un’assicurazione contro le inondazioni infatti ha già un costo medio di 800 dollari l’anno e le perdite ingenti dovute alle recenti calamità naturali e i costi elevati del mercato immobiliare hanno comportato un aumento dei premi portando molti i cittadini statunitensi a rinunciare alle coperture, anche se l’assicurazione contro le inondazioni è obbligatoria per le abitazioni situate in aree ad alto rischio, come stabilito dalla Federal Emergency Management Agency (Fema), soprattutto se il mutuo è garantito dal governo.

Secondo l’Insurance Information Institute sembrerebbe che solo il 6% dei proprietari di casa statunitensi possieda un’assicurazione contro le inondazioni. In diverse contee della Georgia, della Carolina del Nord e della Carolina del Sud, recentemente allagate da Helene, meno dell’1% delle famiglie possiede un’assicurazione contro le inondazioni e quasi due terzi di queste polizze sono forniti attraverso il Programma nazionale di assicurazione contro le inondazioni, amministrato dalla Fema, mentre il resto è assicurato da privati.

Proprio in Florida, inoltre, dove si conta una presenza costante degli uragani negli ultimi tre anni, il costo dell’assicurazione sulla proprietà è tra i più alti del Paese.

Qui, dopo l’uragano Irma del 2017, le richieste di risarcimento sono aumentate molto e alcune compagnie assicurative hanno chiuso, mentre altre non vendono più nuove polizze contro uragani nelle aree costiere ad alto rischio.

Tutto questo malgrado il costo dei disastri climatici, secondo il rapporto Onu  2023 Interconnected Disaster Risks, sia aumentato di sette volte a livello globale dagli anni Settanta ed è destinato a raddoppiare ancora nei prossimi quindici anni.

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