Ammonterà ad almeno 155 miliardi di dollari (circa 131 miliardi di euro) il costo del crollo del turismo per l’economia degli Stati Uniti, secondo le prime stime elaborate dal World Tourism & Travel Council (Wttc). Un conto salatissimo che deriva, sia dalla forte riduzione dei viaggi domestici, ma soprattutto dal quasi azzeramento delle spese turistiche dei viaggiatori stranieri (-79%) registratosi fino ad oggi a causa del Covid-19. E la prospettiva che il lockdown del ricettivo a stelle e strisce debba protrarsi anche per tutto l’autunno, non lascia spazio all’ottimismo degli operatori turistici ed anche di quelli economici.
Come nel caso dell’Italia, la situazioni è di proporzioni “catastrofiche”, secondo gli analisti del Wttc, con perdite pari a circa 425 milioni di dollari al giorno. Una crisi profondissima che trasversalmente interessa molteplici settori fortemente connessi al mondo dei viaggi, a partire da quello dei trasporti.
In un documento che il Wttc ha inoltrato all’amministrazione Trump viene invocato un immediato intervento del governo centrale per coordinare aiuti e strategie di rilancio, considerando che con simili perdite nel solo settore turistico ci sono milioni di posti di lavoro a rischio.
Nello scenario peggiore delineato dal Wttc sull’impatto socio-economico del nuovo coronavirus, si prevede il sacrificio di almeno 16,8 milioni di posti di lavoro, pari al 10,7% della forza lavoro degli States.
Per Gloria Guevara, presidente e ceo del Wttc, «è indispensabile pianificare un’azione coordinata per la ripartenza del settore, poiché la crisi del turismo Usa è anche un’emergenza sociale, con milioni di famiglie che dipendono dalle sorti del comparto. E dal momento che ci vorranno anni per riprendersi da una ferita talmente profonda, è necessario condividere strategie e supportare al meglio tutte le imprese coinvolte».