È un affondo che fa male quello eseguito da Jonathan Tisch, ceo della compagnia Loews Hotels e presidente emerito della Us Travel Association, nei confronti di Donald Trump. In un durissimo articolo pubblicato su Travel Weekly ha esplicitamente addebitato al presidente degli Stati Uniti perdite per 32mila milioni di dollari in mancate entrate turistiche.
La tesi di Tisch si fonda su un semplice calcolo aritmetico e una deduzione logica: la quota di mercato degli Usa, nel 2017, è diminuita del 13%, tasso che si traduce in 7,4 milioni di turisti internazionali in meno, che sul suolo americano avrebbero speso 32 miliardi di dollari e generato 100mila posti di lavoro. Per Tisch alcuni visitatori scelgono altre destinazioni perché la percezione degli Usa di Trump è quella di un Paese poco accogliente.
Nel frattempo, il presidente statunitense ha dichiarato di voler tagliare i fondi al programma di promozione turistica internazionale Brand Usa introdotto dalla precedente amministrazione Obama: il programma viene finanziato con 10 dei 14 dollari che i viaggiatori pagano quando devono richiedere l’Esta. «Per ogni dollaro investito – ha sottolineato Tisch – il programma ne restituisce 28 in spese turistiche, senza che i cittadini statunitensi Usa debbano pagare nulla».