Disastro aereo a Washington: “Nessun sopravvissuto”

Disastro aereo a Washington: “Nessun sopravvissuto”
30 Gennaio 13:21 2025 Stampa questo articolo

Incidente fatale nei cieli Usa. Il volo regionale American Eagle 5342, operato da Psa Airlines per conto di American Airlines, si è schiantato alle 21 di ieri (le 3 di notte in Italia) contro un elicottero militare sul fiume Potomac, a Washington. A bordo del jet Crj-700 in tutto 64 persone, di cui quattro membri dell’equipaggio; tre i soldati sul velivolo impiegato per un addestramento. Nessuno è sopravvissuto. L’ambasciata d’Italia a Washington riferisce che le autorità americane escludono la presenza di italiani.

In seguito all’incidente sono stati sospesi i voli nell’area ed è stata decisa la chiusura dell’aeroporto Ronald Reagan di Arltington, in Virginia, fino alle 17 di oggi (30 gennaio). L’aereo era decollato da Wichita, nel Kansas, alla volta della capitale degli Stati Uniti. In fase di atterraggio, mentre sorvolava il Potomac per dirigersi verso l’aeroporto Ronald Reagan, è stato centrato in pieno e spezzato in due dall’elicottero militare.

Trovata una delle due scatole nere: le cause del terribile incidente sono ancora poco chiare, ma l’Fbi ha escluso un atto doloso o terrorismo. Restano tra le ipotesi, un errore umano o un problema tecnico. In base al report di Associated Press, la torre di controllo avrebbe invitato l’elicottero prima a passare dietro all’aereo, poi ad atterrare oppure a dirigersi a Dulles o a Baltimora. Nessuna risposta.

I soccorsi sono scattati immediatamente, coinvolgendo anche le unità navali della Guardia Costiera, ma le condizioni del fiume, con temperatura vicina allo zero, hanno reso difficile le ricerche di eventuali sopravvissuti, prima che si decretasse il decesso di tutte e 64 le persone coinvolte. Tra loro alcuni pattinatori americani e russi, di ritorno con allenatori e familiari dal National Development Camp, svoltosi in concomitanza con i Campionati statunitensi di pattinaggio artistico a Wichita. Scampato per miracolo al disastro il pattinatore Usa Jon Maravilla, che deve ringraziare il suo cane. All’agenzia russa Ria Novosti Maravilla ha raccontato che non gli è stato permesso di imbarcarsi perché viaggiava con l’animale.

IL POST DI TRUMP

Sul disastro e sulle sue cause è immediatamente intervenuto il neo presidente Donal Trump tramite il suo social Truth: «L’aereo era una su linea di avvicinamento all’aeroporto in perfetta routine. L’elicottero stava andando diritto verso l’aereo per un periodo prolungato. Era una notte limpida, le luci del velivolo erano accese: perché l’elicottero non è andato in basso o in alto o non ha virato? Perché la torre di controllo non ha detto all’elicottero cosa fare invece di chiedergli se vedeva l’aereo? Questa è una brutta situazione che si doveva evitare».

L’incidente sul Potomac ha già un drammatico precedente. Quarantatré anni fa, il 13 gennaio 1982, un altro aereo per il maltempo si schiantò al decollo su un ponte e 74 delle 79 persone a bordo rimasero uccise. Altre quattro persone, che erano a bordo di un auto di passaggio sul ponte, persero la vita.

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Carla Villani
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