L’Europa, con l’Italia in particolare, che diventa esempio. È quello che sta accadendo nel settore delle crociere. Le buone pratiche – con le nuove procedure di sicurezza che funzionano e sono in grado di far viaggiare con tranquillità, permettendo ai turisti di godere appieno della vacanza – fanno scuola, e stanno facendo il giro del mondo.
Msc Grandiosa, nel Mediterraneo occidentale, ha da poco concluso il suo quarto itinerario ed è già ripartita da Genova per la quinta rotazione, dall’ormai famoso 16 agosto, giorno del riavvio delle operazioni. Ed è imminente la seconda partenza – dopo quella di Costa Deliziosa il 6 settembre – di una nave Costa (il 19 settembre), da Genova, con Costa Diadema, per la sua crociera tutta italiana. Entrambe con – non ci stanchiamo di ripeterlo – il tampone antigene rapido obbligatorio prima dell’imbarco per tutti i passeggeri. Che quindi una volta a bordo sapranno di essere risultati negativi al Covid-19.
Oggi sono gli stessi big delle crociere, fermi ormai da sei mesi, a bacchettare gli Usa, invitando il governo ad accelerare la ripartenza. A cominciare dalla capitale mondiale delle crociere, Miami. Il messaggio è chiaro: il settore, forzatamente bloccato, è allo stremo; migliaia di posti di lavoro dipendono dalle decisioni degli Stati Uniti e della Florida in primis; le navi hanno però dimostrato di essere in grado di operare davvero in sicurezza, e ciascuna compagnia ha presentato protocolli rigidissimi che in tutti i casi, non solo sono allineati con le linee guida delle autorità europee e mondiali, ma le superano in fatto di accuratezza ed efficacia delle misure.
La prossima settimana le aziende presenteranno i protocolli ai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), ma intanto i vertici delle compagnie prendono la parola in una conferenza su Zoom con i commissari di Miami-Dade e a gran voce invitano ad accelerare.
«L’industria delle crociere è prossima alla devastazione – ricorda Frank Del Rio, presidente e ceo di Norwegian Cruise Line Holdings – Sono passati più di sei mesi e come industria e società abbiamo imparato molto su come convivere con il Covid. Sono fiducioso sul ritorno delle crociere in America, proprio come sta accadendo per un piccolo gruppo di compagnie in Europa. Vediamo volare le compagnie aeree: qualcuno mi dica come è possibile che il Covid-19 non si trasmetta su un aereo, seduto a quattro centimetri da un’altra persona. È inconcepibile quello che è successo all’industria delle crociere. Siamo stati in silenzio per troppo tempo».
Dall’America interviene anche Msc. «Siamo pronti a collaborare con le autorità negli Stati Uniti, con un contributo significativo al sostegno degli sforzi di riavvio, sia per le persone del settore che per l’indotto – aggiunge Rick Sasso, presidente di Msc Crociere Usa – La nostra esperienza fino ad oggi in Europa mostra che la crociera può essere fatta in sicurezza. Gli ospiti stanno godendo di nuovo le crociere e ci applaudono; i protocolli stanno funzionando».
Il presidente e ceo di Carnival Arnold Donald ribadisce: «Siamo totalmente impegnati a lavorare al fianco del Cdc. Abbiamo lavorato senza sosta per sviluppare protocolli Covid-19 per essere certi che l’industria delle crociere possa gestire i rischi senza alcun onere per le comunità locali. Vogliamo che nessuno subisca un rischio maggiore su una nave da crociera rispetto all’essere a terra. Storicamente, abbiamo sempre avuto meno rischi, e questo è il nostro obiettivo anche adesso».
Dice la sua anche Michael Bayley, presidente e ceo di Royal Caribbean International: «È ora che il settore crocieristico torni in servizio e noi siamo pronti; è ingiusto che il Cdc non risponda alle richieste delle compagnie e lasci tutto in sospeso».