Anche se un certo numero di Paesi degli Stati Uniti sta rimuovendo l’obbligo di mascherine all’interno e allentando le restrizioni dell’era Omicron, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) non sono ancora pronti per revocare i requisiti di test Covid-19 in entrata per gli arrivi internazionali.
C’è ottimismo sul calo dei contagi, come ha sottolineato Rochelle Walensky, direttore del Cdc, «tuttavia c’è ancora incertezza con il virus. Arriviamo da un livello molto alto di ospedalizzazioni e tuttora c’è un altro numero di ricoveri. Non possiamo ancora rilassarci, non siamo pronti a farlo e dobbiamo essere preparati agli imprevisti».
Le associazioni del travel negli Stati Uniti stanno però continuando a spingere per rimozione del requisito di test per gli arrivi internazionali, che ritengono ostacoli la piena ripresa del settore, sia per viaggi in entrata che in uscita. Le associazioni sottolineano che i viaggi internazionali sono ancora in calo del 38% rispetto al 2019, e ritengono i test Covid responsabili per buona parte di questa forbice.
La scorsa settimana, l’American Society of Travel Advisors (Asta) ha scritto una lettera alla Casa Bianca invitando il governo Usa a rimuovere il requisito dei test, definendolo il “fattore principale nella decisione di non viaggiare all’estero”.
Alla missiva ha fatto seguito un’altra lettera, firmata da Iata e Airlines for America, il gruppo che riunisce i principali vettori americani, insieme alla Camera di Commercio degli Stati Uniti, all’International Air Transport Association, alla U.S. Travel Association e altri ancora. “I sondaggi sui passeggeri aerei indicano che i test pre-partenza sono un fattore determinante nella decisione di non viaggiare all’estero – si legge nella lettera – Le persone non sono disposte a correre il rischio di non essere in grado di tornare”.