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Usa, voli domestici più cari. In calo gli internazionali

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Volare lungo le rotte nazionali, negli Stati Uniti, costerà di più nel primo semestre dell’anno, mentre maggiore fortuna dovrebbe esserci per i collegamenti internazionali. È quanto stimato dalla società di consulenza Hopper. Del resto, già a dicembre si era registrato un aumento medio delle tariffe del 7,9% rispetto a un anno prima, secondo l’Indice dei prezzi al consumo negli States, pubblicato lo scorso 15 gennaio, e riportato dal notiziario trade Travelweekly.com. Per le tariffe vendute tramite i canali delle agenzie di viaggi, il prezzo medio per un biglietto nazionale di andata e ritorno si è attestato a 561 dollari, pari a un aumento del 4% rispetto al dicembre 2023.

E non va meglio nemmeno per le tariffe del last minute che, a gennaio, sono aumentate in media del 12% rispetto a un anno prima e, per maggio e giugno, sempre la Hopper prevede che questa tipologia di tariffe potrà subire incrementi fino al 19%. A determinare questa impennata dei prezzi, soprattutto sul network domestico, è una combinazione tra la continua domanda dei consumatori e un calo della crescita della capacità delle compagnie aeree statunitensi, compresi i tagli di capacità nel settore low cost.

Infatti, la capacità interna dell’offerta aerea è aumentata soltanto dello 0,7% rispetto al gennaio 2024 e, secondo un’analisi della Deutsche Bank di inizio gennaio, si è registrata una riduzione della capacità del 4,7% da parte delle compagnie aeree low cost, causata principalmente dai tagli annunciati e subito applicati di Southwest, Spirit e JetBlue, al punto da comprimere anche la crescita di traffico aereo low cost per la stagione di picco, che non dovrebbe superare l’1%. Ben poca cosa rispetto alle performance di questo settore negli anni passati.

A rendere molto limitata la crescita nel settore low cost ci sono anche i forti ritardi nelle consegne degli aeromobili presso Boeing e le continue ispezioni dei motori Pratt & Whitney, che hanno avuto e avranno un impatto sugli aerei Airbus, compromettendo così la già modesta crescita della capacità, ovvero dell’offerta aerea. Del resto, come evidenziato più volte dagli analisti del trasporto aereo, quando i vettori low cost eliminano le rotte, anche le tariffe aeree più economiche entrano in sofferenza su ampia scala. Così come, quando le stesse aerolinee low cost inseriscono nuove rotte, le tariffe possono scendere anche del 20% nel primo anno, salvo poi risalite durante la stagione estiva.

A conti fatti, buona parte delle aerolinee volano con flotte ridotte, contraendo così l’offerta posti e facendo lievitare le tariffe sulle tratte in esercizio. Al contrario, sui voli internazionali si prevedono cali tariffari dovuti anche alla crescente concorrenza avviata da molte compagnie aeree sulle principali tratte estere più trafficate.

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