by Maria Grazia Casella | 26 Febbraio 2020 7:00
Quale suggerimento dare all’agente di viaggi per fidelizzare il cliente ed evitare che si organizzi in autonomia il viaggio negli Stati Uniti?
Lo abbiamo chiesto ad Arianna Pradella, direttore commerciale di Caldana Europe Travel/Utat Viaggi: «Consiglio alle agenzie di uscire dai percorsi battuti e cercare di proporre qualcosa di alternativo; ciò richiede un costante aggiornamento sulla destinazione che viene anche dai canali di stampa, dai film, dalle serie tv, dai libri, che condizionano le tendenze e le mode di viaggio, in particolare per quanto riguarda gli Stati Uniti. Oggi più che mai è necessario che l’agente di viaggi sia una persona sempre più informata, a 360°, che non vuol dire solo fare il webinar che ti spiega cosa c’è da vedere a Los Angeles, ma avere una consapevolezza multicanale sulla destinazione».
Questo è il primo requisito. Ma poi l’agente come può mettere a frutto queste informazioni?
«Potrà avvantaggiarsene per attualizzare con creatività il prodotto, inserendo nell’itinerario quel quid in più che differenzia la sua offerta dai competitor o al quale il cliente non sarebbe arrivato da solo. Per esempio, aggiungere una notte in glamping immersi nella natura dei parchi nazionali, due notti in un ranch, la visita di un quartiere emergente a New York. Oppure cerchiamo di offrire dei prodotti tematici, costruiti attorno a un filo conduttore che può essere di interesse per il cliente, come per esempio la musica, la gastronomia, i diritti civili, la storia, lo sport, il cinema».
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