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Uvet arruola Sabatino e dà il via al soft rebranding

Luca-Patane, foto in archivio

Il Gruppo Uvet riparte dal soft rebranding, da una new entry che porta in dote l’approccio tecnologico, e dalla certezza di un cambio di rotta nel tour operating.

Damiano Sabatino (ex Travelport) entra a far parte del Gruppo come nuovo chief operations officer per andare a sviluppare progetti legati al turismo, alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale all’interno di tutte le divisioni del gruppo, portando in dote la sua lunga esperienza ai vertici di Travelport. «Si occuperà di implementare tutti i progetti cui guardo, dalla tecnologia alla crescita del gruppo e delle agenzie. Dagli investimenti che mettiamo in campo avremo feedback immagino positivi», afferma il presidente Luca Patanè.

«Ci attendiamo agenzie più digitalizzate – aggiunge Sabatino – Sono felice di fare parte del Gruppo che conosco da oltre 15 anni. La tecnologia ha un ruolo importantissimo, non riesco a immaginare una filiera efficiente senza tecnologia. Pochi settori come quello dei viaggi possono beneficiare di strumenti come i big data, grazie alla enorme quantità di dati generati in una transazione di viaggio. I dati sono la base di tutte le evoluzioni della trasformazione digitale».

Il Gruppo Uvet ha anche avviato un soft rebranding dei loghi e del naming di alcune società in modo che siano direttamente riconducibili alla capogruppo, in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione stilistica che coinvolge anche i nomi. E così Uhc Uvet Hotel Company è diventato Uvet Hotels; Personal Travel Specialist è diventato Uvet Travel Designer; CH, Retail e Viaggi e Turismo sono convogliati sotto una denominazione unica di Uvet Viaggi; Trip Italy assume il nome di Uvet Tripitaly; UHoliday è diventata Uvet Holidays; UFleet si chiamerà Uvet Fleet; così anche Uvetevents adattata al nuovo Uvet Events; e Uvet congress and learning è adattata al nuovo Uvet Congress&Learning.

IL TOUR OPERATING

Una trasformazione, già in atto, investe anche l’ambito del tour operating, che il presidente Patanè vuol far virare sempre più verso il tailor made, abbandonando le formule tradizionali, non più sostenibili finanziariamente. «L’approccio è già cambiato l’anno scorso nei confronti del modello Settemari. Non facciamo più il tour operator che vende pacchetti e charter. C’erano i volumi ma è necessario fatturare, e visto che non si riusciva su questo fronte, ed è arrivato anche il Covid, quel modello a oggi non ho più esigenza di farlo.
Invece voglio sviluppare molto Amo il Mondo, che è dedicato a viaggi importanti e su misura, sia sulle agenzie dirette che su quelle del network. È un sistema da ricostruire».

I NUMERI

Intanto, il Gruppo Uvet ha chiuso il 2023 in crescita, con un giro d’affari di 773 milioni di euro, in aumento del 20,5% rispetto a 2022, e un Ebitda pari a circa 17,7 milioni con un incremento del 117%. Gli obiettivi sono stati realizzati seguendo le linee guida definite dal Piano di sviluppo che prevede un’ottimizzazione dei costi e maggiori investimenti nelle divisioni più strategiche e redditizie. Uvet Viaggi, nello specifico, ha totalizzato 77 milioni di euro, in avanti del +12,9%. Per Uvet Global Business Travel la crescita del giro d’affari è pari al 19% rispetto al 2022, a quasi 583 milioni. Progressi anche per Uvet Events, al +16% con un fatturato di 17 milioni di euro, e per Uvet Hotels che ha registrato 12 milioni di travel value, in linea con l’anno precedente, e 1,5 milioni di Ebitda.

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