Cresce l’attenzione sull’Uzbekistan, destinazione che piace sempre di più agli italiani e agli europei, complice la decisione di abolire il visto turistico (non più richiesto da un anno) e la scelta di fare nuovi investimenti in ricettività. Inoltre, la politica estera distensiva del nuovo presidente ha permesso la riapertura di varchi di frontiera con diversi paesi limitrofi. Di conseguenza, l’Uzbekistan ha consolidato il proprio ruolo di “porta dell’Asia centrale”, base da cui visitare Kazakhstan, Tajikistan, Kirghizistan e Turkmenistan.
«Se questi tre fattori – investimenti, abolizione del visto e frontiere più aperte – hanno spinto la crescita nel 2019, il loro impatto sarà ancora maggiore nel 2020; ci aspettiamo una crescita del 15% rispetto al 2019, che già è stato un anno record per noi», commenta Luca Nardoni, marketing manager di Gs Air, che ricorda i nuovi voli in programma. «Per la stagione estiva 2020, Uzbekistan Airways ha attivato tre voli settimanali con atterraggio diretto a Urgench (Khiva), due da Milano e uno da Roma – dice – Per il 2021, la compagnia di bandiera ha in programma di portare a tre a settimana i voli da Milano, che si sommerebbero ai due da Roma, con l’intento di rendere Tashkent sempre di più un hub di riferimento per tutta l’Asia Centrale».
Da “Most improved country of the year” per L’Economist a “Prima destinazione da visitare nel 2020” per Lonely Planet, l’Uzbekistan ospita le più interessanti vestigia della Antica Via della Seta. Il Paese ha visto il numero di turisti italiani raggiungere le 17mila unità nel 2019, un +20% circa rispetto all’anno precedente.
Con il crescere dei flussi turistici, crescono anche gli investimenti focalizzati su questo settore. Nel 2019, ad esempio, nella città di Khiva sono stati aperti 7 nuovi alberghi di standard internazionale, mentre a livello nazionale il numero di posti letto in hotel è cresciuto del 30%.