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Vacanze estive, Confcommercio: “Spesa e durata ridotte”

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Non è tutto oro quel che luccica. E se è vero che quest’anno viaggeranno tanti italiani quanto nel 2019, è altrettanto vero che i budget saranno meno cospicui di un tempo, a causa dello spettro della recessione. A scattare quest’ultima fotografia è Confcommercio in un’indagine realizzata in collaborazione con Swg.

“Il nuovo picco dei contagi Covid, l’inflazione, il caro energia e la percezione di instabilità politica del Paese si fanno sentire sulle partenze estive”, è la premessa della confederazione guidata da Carlo Sangalli.

E qui i primi dati: “Nonostante siano tanti gli italiani che andranno in vacanza questa estate – 27 milioni, come nel 2019 – la recrudescenza pandemica ha fatto crollare le partenze di luglio a 12,3 milioni, rispetto ai 16,8 milioni previsti solo un mese fa. Un calo che, nel 20% dei casi, è determinato da disdette, mentre il restante 80% è rappresentato da chi a giugno era intenzionato a partire ma poi non ha più organizzato il viaggio”.

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Caro energia, inflazione e crisi politica incidono, invece, sui progetti di vacanza per agosto e settembre che, pur rimanendo sostanzialmente stabili come numero di partenze rispetto a quanto previsto, vedono ridursi di quasi 3 milioni i viaggi di 7 giorni o più e aumentare quelli di durata media (da 3 a 6 giorni) e soprattutto i break brevissimi di 2 pernottamenti al massimo.

Una tendenza che trova riscontro anche nel budget che i viaggiatori metteranno a disposizione, soprattutto per le vacanze di media durata, che scende da 541 euro previsti a giugno a circa 475, e da 1.252 a 1.117 euro per i viaggi più lunghi.

Guardando alle destinazioni, l’88% dei viaggiatori ha scelto l’Italia mentre il 12% va all’estero – per lo più in Europa – soprattutto per vacanze di 7 giorni o più ad agosto e settembre, dove si registra un picco del 28%.

Tra le preferenze il mare è sempre in testa, con il 44% delle preferenze che diventa il 51% se si considerano solo le vacanze principali di 7 o più giorni. Segue la montagna al 15% – valore in linea con lo storico di questa tipologia – mentre le vacanze nelle città, specialmente quelle d’arte, e nei piccoli borghi, sommate raggiungono quota 21%.

In Italia, la Puglia resta la meta più ambita, seguita da Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, mentre la Sardegna, probabilmente vittima più di altre regioni del costo dei collegamenti, scende in settima posizione, dalla quarta che occupava un mese fa. Compare invece tra le prime 5 la Liguria.

Pressoché immutata nell’ultimo mese la hit delle mete estere, con Grecia in vetta, tallonata dalla Spagna e seguita da Francia e Croazia.

Nel complesso il numero delle partenze nel trimestre preso in considerazione scende dai 52,3 milioni previsti un mese fa a 48,6 milioni ragionevolmente stimabili ad oggi. In sintesi, meno vacanze, per periodi più brevi e spendendo di meno.

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