by Roberta Moncada | 3 Agosto 2021 11:15
Sarebbero circa 35 milioni i lavoratori europei con una retribuzione a livello di povertà, che non possono permettersi una vacanza estiva. È quanto risulta da una ricerca condotta dall’European Trade Union Confederation (Etuc), nel corso della campagna per rafforzare la direttiva sui salari dell’Ue.
Tra questi, gli Italiani a basso reddito o a rischio di povertà, o disoccupati, e che quindi non possono permettersi una settimana di vacanza, sarebbero 7 milioni, il numero più alto d’Europa. Seguono Spagna (4,7 milioni), Germania (4,3 milioni), Francia (3,6 milioni) e Polonia (3,1 milioni).
Se però analizziamo i dati in percentuale rispetto alla popolazione, è la Grecia quella con il più alto tasso di persone a rischio di povertà che non possono permettersi una pausa, con l’88,9%. Seguono Romania (86,8%), Croazia (84,7%), Cipro (79,2%) e Slovacchia (76,1%).
La Etuc ha affermato in comunicato stampa lunedì che, nonostante l’accesso generale alle vacanze sia cresciuto in tutta Europa nell’ultimo decennio, circa il 28% dei cittadini europei non può permettersi una settimana di vacanza lontano da casa.
Dato che però sale al 59,5% se si considerano le persone il cui reddito è al di sotto della soglia di rischio di povertà (fissata al 60% del reddito disponibile medio nazionale).
Molte delle persone considerate a rischio di povertà sono disoccupate o pensionate, ma sono anche i milioni di lavoratori a bassa retribuzione, in particolare quelli che guadagnano il salario minimo legale, ha affermato la Etuc.
Inoltre, l’analisi dei dati Eurostat della Etuc e dell’Istituto sindacale europeo (Etui ha evidenziato che nell’ultimo decennio la disuguaglianza durante le vacanze è cresciuta in 16 Stati membri tra le persone con reddito inferiore al 60% della media e quelli con reddito superiore a tale soglia.
I maggiori divari nell’accesso alle vacanze tra i due gruppi si riscontrano in Croazia, Grecia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Francia.
«L’aumento della disuguaglianza durante le vacanze mostra come i benefici della crescita economica in Europa nell’ultimo decennio non siano stati condivisi in modo equo», ha dichiarato in una nota il vice segretario generale della Etuc, Esther Lynch, che aggiunge: «La direttiva Ue sui salari minimi adeguati deve essere rafforzata per garantire che i salari non siano mai così bassi da lasciare i lavoratori che vivono in condizioni di povertà e la contrattazione collettiva diventi una parte normale dell’occupazione per garantire salari veramente equi per tutti»,
L’associazione sindacale sta attualmente lavorando con i membri del Parlamento europeo per introdurre una “soglia di decenza” nella legislazione che garantirebbe che i salari minimi di legge non possano mai essere pagati a meno del 50% del salario medio di qualsiasi Stato membro, garantendo un aumento di stipendio a oltre 24 milioni di persone.
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