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Vaccini pre partenza: istruzioni per l’uso

Vaccini da adobe

Vaccini

Forse in pochi sanno che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha promosso dal 24 al 30 aprile scorsi la World Immunization Week, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla diffusione delle vaccinazioni a livello globale. Un atto dovuto anche perché, dopo la repentina ripartenza del turismo post Covid, quella delle vaccinazioni per prevenire malattie infettive, insieme alle assicurazioni di viaggio, è diventata un must per il turismo organizzato orientato all’outgoing, un passaggio obbligato per chiudere determinate pratiche di viaggio.

L’Oms, proprio all’inizio dell’anno, si è prodigata nel sottolineare che in Europa c’è la priorità di migliorare le coperture vaccinali, favorendone la consapevolezza tra i viaggiatori. Anche perché in base alla recente letteratura scientifica non meno del 40% dei viaggiatori in visita a luoghi esotici ha riportato malanni o disturbi sia pur lievi alle vie respiratorie o all’apparato digerente. Per l’Oms è dunque fondamentale promuovere le vaccinazioni proprio alla luce del forte impulso che si è avuto nei viaggi internazionali subito dopo la pandemia e in presenza di nuove varianti di malattie infettive.

COSÌ PARLÒ IL DOTTOR PASINI

In una delle sue testimonianze consultabili online, il professor Walter Pasini, tra i massimi esperti in materia e direttore per l’Oms del Centro di medicina del turismo, ha avuto modo di evidenziare che «gli spostamenti, soprattutto quelli intercontinentali, sono sempre più frequenti ed espongono il nostro organismo ai pericoli legati anche alle grandi variazioni delle condizioni ambientali. Questi viaggi comportano cambiamenti climatici importanti con variazioni notevoli della temperatura, dell’umidità e per gli europei diventa più probabile contrarre diversi tipi di malattie».

Tra i turisti, comunque, c’è una nuova sensibilità: quelle che un tempo erano vaccinazioni semplicemente consigliate, per molti viaggiatori – influenzati dall’effetto Covid – in molti casi sono divenute prassi obbligatorie. D’altra parte gli stessi portali web specializzati, primo fra tutti “Salute in viaggio” del sito Viaggiaresicuri.it del ministero Affari esteri oppure Missioneprevenzione.it, evidenziano come le vaccinazioni più diffuse, ovvero quelle contro la febbre gialla, la malaria, l’epatite A e B, il colera e la meningite, riguardano svariate regioni del mondo e hanno talmente tante declinazioni che è opportuno prevenire.

CENTRO MEDICINA DEI VIAGGI

Oggi gli operatori sanitari, vista la complicata mappatura delle malattie infettive nel mondo, consigliano ai viaggiatori di rivolgersi sempre a Centri specializzati in “Medicina dei viaggi”, che forniscono informazioni per ciascuna destinazione. Indicazioni che gli stessi agenti di viaggi dovrebbero sempre recepire e girare ai propri clienti. In una generale mappatura geografica, ci sono poi alcune indicazioni che attengono a pericolose malattie infettive divenute d’attualità: una su tutte, sicuramente la più preoccupante secondo l’Osservatorio Oms, è la dengue, con un vaccino recentemente autorizzato in Italia dall’Aifa e somministrazioni consigliate per partenze verso l’Africa, l’India, l’Est- asiatico, ma anche per i Caraibi, il Centro America, l’Australia e soprattutto il Brasile.

LE PRINCIPALI AREE A RISCHIO

In alcune zone dell’Asia esiste invece il pericolo schistosomiasi, infezione trasmessa da un parassita presente in zone lacuali o in fiumi. Di recente, poi, l’Autorità sanitaria Ue ha fatto acquistare a titolo preventivo 650mila dosi di vaccini contro l’influenza aviaria, riscontrata in Messico e in Cina. Vero è che il maggior rischio di malattie infettive è legato generalmente ai viaggi in Paesi in via di sviluppo compresi nella fascia tropicale, ma la prudenza non è mai troppa. Ci sono poi indicazioni mirate per singoli Paesi: ad esempio in Vietnam c’è la profilassi suggerita per il tifo; così come in Giappone e in Oriente in genere viene consigliata la vaccinazione contro l’encefalite giapponese (trasmessa da tipiche zanzare locali).

Un po’ a sorpresa, anche nella nostra Europa c’è un’allerta spesso sottovalutata per chi compie trekking in foreste e versanti alpini ed è la brucellosi, trasmessa dalle zecche che in estate si trovano ovunque. Ma, è bene sottolinearlo con chiarezza, non bisogna diffondere facili allarmismi poiché si tratta di situazioni sotto controllo.

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