by Redazione | 26 Agosto 2024 12:55
Dopo l’incubo Covid, che sembra ormai un brutto ricordo lontano soprattutto per i viaggi (anche se, di fatto, il virus è ancora presente, ma sempre meno aggressivo) anche l’estate 2024 ha la sua – come è stata definita all’Organizzazione Mondiale della Sanità – “emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”. Si tratta del vaiolo delle scimmie, o più precisamente, del virus Mpox e in particolare del nuovo ceppo, più infettivo, di una malattia che è endemica da decenni nel bacino del Congo, la variante clade I.
Tale variante, oltre ad avere colpito più pesantemente il Paese dove è nata con più di 1.000 contagi registrati in una sola settimana e diversi decessi, ha cominciato a viaggiare al di fuori dell’Africa fino ad arrivare in Europa il 14 di questo mese quando è stato segnalato un caso in Svezia, a Stoccolma, rilevato su un viaggiatore proveniente dall’Africa infettato dalla clade I che si trasmette, come il virus, per vie aree, cutanee e con i rapporti sessuali e può raggiungere una mortalità del 4%. Dopo quel primo caso, sempre in Europa, ne è stato registrato un altro in Spagna.
In Italia, anche se finora non risultano casi di clade I, il ministero della Salute ha diffuso una circolare con alcune indicazioni tra cui quella di “sensibilizzare i viaggiatori diretti in Paesi con focolai confermati di infezione in merito al rischio di contrarre la malattia, fornendo loro informazioni pertinenti per proteggere sé stessi e gli altri prima, durante e dopo il viaggio”, cosi legge nel documento firmato dal capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie Maria Rosaria Campitiello e dal direttore generale Francesco Vaia, in cui “si raccomanda di sconsigliare ai viaggiatori la partecipazione ad eventi con assembramenti nei Paesi con focolai confermati di virus Mpox clade I”.
In ogni caso, per chi viaggia per lavoro o per svago, è utile sapere che il virus nella forma più aggressiva è presente in Africa, oltre al Congo, anche in Burundi, Repubblica Centrafricana, Nigeria e Rwanda. Nel resto del mondo, secondo i dati dell’Oms, è stato rilevato in Messico, Argentina, Usa, Australia, Canada, Colombia, Thailandia, Cina, Vietnam e Perù.
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