Valanga di rincari, la montagna soffre il caro energia
Per la stagione bianca la parola-chiave che potrebbe diventare un incubo per operatori e consumatori è “adeguamento” riferito ai possibili rincari tariffari che società di impianti di risalita e alberghi di montagna già preannunciano a causa dell’impennata nei costi energetici; una variabile impazzita che pone un enorme incognita sul listino-prezzi che era stato già approntato.
Al momento, per gli impianti di risalita si parla di aumenti ancora contenuti come conferma Valeria Ghezzi, presidente di Anef, che a L’Agenzia di Viaggi Magazine ha confermato: «La stragrande maggioranza dei comprensori, da Livigno a Dolomiti Superski, ha già stabilito rincari tra il 5 e il 10%; può darsi che qualche impianto arrivi al +15%, ma saranno davvero pochi, anche perché si rischierebbe di non avere clienti. Va poi precisato che l’aumento dei prezzi già stabilito dagli operatori agli impianti copre l’inflazione, ma non certo l’aumento dei costi energetici. Quel che si può dire è che, purtroppo, dal momento che le aziende degli impianti di risalita sono imprese energivore, per alcuni comprensori aprire può diventare antieconomico».
Ma per l’hôtellerie di montagna i rincari potrebbero superare la soglia del 20%. Di certo, comunque, gli albergatori si stanno già preparando, o meglio stanno preparando la loro clientela a inevitabili e sostanziosi aumenti dei prezzi in corsa: sui siti di molti alberghi è stata già inserita la frase di rito “I prezzi sono soggetti a eventuali adeguamenti in caso di interventi fiscali, valutari ed economici’. Una dicitura molto generica che lascia, però, aperta la porta a molteplici interpretazioni.
Come precisa, però, il presidente di Federalberghi Trentino, Gianni Battaiola, «gli impianti si sono riservati di fare il punto della situazione a metà ottobre. Per noi albergatori che ormai lavoriamo con il revenue diventa difficile pubblicare listini. I prezzi salgono e scendono a seconda dei costi. Rincari ci saranno sicuramente, visti i costi energetici quadruplicati o quintuplicati a seconda dei contratti in essere stipulati dai vari albergatori. Di certo, non si può aprire o tenere aperti in perdita. Si cercherà di avere degli aumenti modulari e poi ci si confronterà con il mercato. Ma è bene chiarire che, purtroppo, da tempo, sia i gestori di impianti che albergatori lavorano con il revenue e quindi con un sistema tariffario flessibile, a seconda dell’andamento dei costi e anche della domanda. Di certo, fino alla fine di ottobre, saremo tutti alla finestra per vedere quel che può accadere».
A questo punto anche i tour operator, riguardo ai loro pacchetti-neve dovranno adeguarsi e attendere almeno un altro mese prima di costruire un pricing definitivo; tutti temono di dover ritoccare i pacchetti-neve già pronti e avvisare la clientela, come avviene solitamente con i prezzi dei biglietti aerei. Come dichiarato nei giorni scorsi da Graziano Debellini, presidente di Th Resorts, cresce la preoccupazione tra gli operatori della neve perché, sebbene lo sci sia proverbialmente uno sport costoso, e i suoi fruitori, anche tra le famiglie, dispongano quasi sempre di un adeguato budget, con queste tendenze del pricing sui vari servizi, la stagione bianca rischia di diventare un prodotto non per pochi, ma per pochissimi.