Valtur e il mistero del fondo di garanzia
Se Valtur fallisse davvero, quali sarebbero gli effetti su chi ha già prenotato? Il timore è che l’operatore, il quale ha inoltrato richiesta di concordato preventivo liquidatorio, non abbia un fondo di garanzia privato per la protezione dei clienti in caso di insolvenza e fallimento, come stabilito dalla legge. Né le associazioni di categoria, né i network, né altri partner di Valtur sono riusciti finora a ottenere informazioni precise su questo fronte. E c’è chi, tra le sigle associative, ha già in canna missive da parte dei consulenti legali; mentre Federconsumatori si dice pronta a intervenire qualora pervenissero “sos” da parte di clienti che hanno già acquistato soggiorni nei villaggi Valtur.
Per il presidente di Fiavet, Jacopo De Ria, «le voci che circolano tra adv e network invocano chiarezza». Per il numero uno di Assoviaggi, Gianni Rebecchi, bisogna tenere presenti due scenari: «Gli agenti che hanno effettuato prenotazioni senza acconti, possono procedere alla cancellazione versando solo una penale di 70 euro. Per chi invece ha versato un acconto la procedura implica il pieno coinvolgimento di Valtur, che per legge dovrebbe comunicare il proprio fondo di garanzia».
A questo punto, entra in gioco anche il Mibact che diversi mesi fa ha tenuto a precisare che il suo non era un ruolo di “controllore dei fondi”, ma di semplice referente istituzionale per le notifiche di fondi privati istituiti da vari soggetti. Ora, di fronte a prenotazioni estive per 7-8 milioni di euro di prodotti Valtur, e prima che scorrano i titoli di coda, è auspicabile un chiarimento da parte dell’azienda e una delucidazione del ministero sul proprio ruolo in casi del genere.