by Roberta Rianna | 18 Gennaio 2019 13:18
Il Valtur day è arrivato. Archiviati i vari Patti, Ljuljdjuraj, Bonomi, adesso è davvero tempo di riscrivere la storia. Partendo da Ostuni, dove tutto ha avuto inizio e tutto torna. Siamo nel quartier generale di Nicolaus: 1.600 metri quadrati di uffici, destinati a crescere. Qui i fratelli Pagliara alzano il velo sul piano di rilancio del marchio acquisito all’asta sei mesi fa[1] per 5,2 milioni di euro. Il team Erregi – la holding che prende il nome da Roberto e Giuseppe – rompe il silenzio richiesto dall’allenatore Pietro Aversa, presidente del Gruppo, la cui esperienza nella Alpitour di Isoardi è ora più che mai una dote preziosa.
La scatola Valtur, svuotata dei suoi disordinati trascorsi, torna oggi sul mercato come tour operator specializzato in villaggi di fascia medio-alta, accanto ai brand Nicolaus Club e Raro, di cui capitalizza l’esperienza con un prodotto «sostenibile e innovativo»: due capisaldi per i Pagliara Bros.
E a differenza del taglio familiare dei Club e della lussuosa offerta Raro, i villaggi-resort Valtur guarderanno anche al Mice e incentive: segmento capace di garantire occupazione anche in bassa stagione.
La programmazione per l’estate 2019 conterrà sette villaggi in cinque destinazioni: Italia (Otium Resort in Calabria e Baia dei Pini in Sardegna), Tunisia (Djerba Golf Resort & Spa), Egitto (Reaf Oasis Blue Bay a Sharm el Sheikh e Sentido Oriental Dream di Marsa Alam), Turchia (Park Resort Bodrum), e Maldive (Fushifaru). Un paniere che nell’anno potrebbe addirittura raddoppiare.
«Valtur è un enorme acceleratore di business», ripete Giuseppe Pagliara, che anticipa gli obiettivi del piano industriale: 190 milioni di euro di fatturato entro il 2021, con un balzo in avanti del 223% in tre anni, 100 milioni provenienti solo da Valtur. «Una previsione ponderata e attendibile perché il ritorno del brand sul mercato sarà impetuoso. Il cliente finale lo richiede, le agenzie ne hanno bisogno», sottolinea l’ad.
Le vendite saranno aperte lunedì 21 gennaio e nelle stesse ore andrà online il nuovo sito web, mentre è prevista per il 12 febbraio in Bit la presentazione del catalogo. Ma la commercializzazione per gruppi e incentive è partita in anticipo. «E abbiamo già portato a casa un bel pezzo di fatturato», fa sapere il padrone di casa.
Dall’acquisizione dello scorso 4 luglio ad oggi «abbiamo dipinto un treno in corsa», aggiunge il board advisor Paolo Lo Bascio, tra gli uomini-chiave del progetto. Una metafora che ben descrive il timing serratissimo per arrivare pronti alla summer 2019.
In una sorta di pizzica di creatività e rigore, innovazione e tradizione, il team dedicato ha chiuso il prodotto a metà dicembre, costruendo una Valtur che fa leva su sei pilastri: l’eccellenza di un italian style dal respiro internazionale, innovazione della vacanza in villaggio, libertà nel food e nell’intrattenimento, effetto sorpresa, well being per l’equilibrio corpo-mente, sostenibilità e rispetto dell’ambiente.
Fatto salvo il brand, l’obiettivo di questi mesi è stato creare discontinuità rispetto al passato. O meglio: rottamare i difetti, conservando i pregi. Gli uni e gli altri individuati attraverso l’analisi del sentiment di viaggiatori e agenzie di viaggi. La mission di Pagliara Bros, Aversa, Lo Bascio e gli altri? Sganciare sul mercato una Valtur “quasi perfetta”. Con l’ambizione di fare a meno del quasi.
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