Scongiurata la chiusura delle frontiere Ue con il nuovo allarme della variante Covid, ma dovrà essere istituita una nuova “zona rosso scuro” per indicare le aree ad alto rischio contagio. È quanto stabilito al termine della videoconferenza che ha visto riuniti giovedì pomeriggio i leader europei.
Di fatto vengono sconsigliati i viaggi non essenziali nelle aree rosso scuro individuate in coordinamento con le autorità sanitarie europee. La decisione è stata presa perché l’ipotesi di una nuova chiusura delle frontiere di fronte all’allarme variante avrebbe fatto ripiombare l’intero vecchio continente nel caos, con enormi danni economico-operativi per il mondo dei trasporti e del turismo.
A chi parte da queste zone possono essere chiesti test prima di partire e la quarantena dopo l’arrivo, ha spiegato subito dopo la videoconferenza la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, specificando che l’Europa deve essere vista come “una zona epidemiologica unica”, su cui intervenire in modo mirato.
A raccomandare la necessità di misure restrittive alla libertà di movimento nelle zone ad alto rischio è stata anche l’Ecdc (Agenzia Europea per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie). Misure che saranno facilitate anche dalla decisione di un riconoscimento reciproco dei test – compresi quelli rapidi – in tutta l’Unione.
Rimandata, invece, ai primi di febbraio la discussione sul passaporto sanitario che era stata richiesta da Grecia, Spagna e Malta, fortemente preoccupati per l’andamento turistico della prossima primavera. Una idea, quella della patente di immunità, che secondo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel deve essere valutata con estrema prudenza.
Tutti i leader si sono mostrati, infine, d’accordo sulla necessità di accelerare sulle dosi dei vaccini, soprattutto dopo i ritardi di Pfizer di questa settimana. Von der Leyen ha assicurato che i differimenti saranno riassorbiti entro metà febbraio, con i livelli delle consegne che torneranno al 100% di quelli previsti per settimana, già da lunedì. L’obiettivo è vaccinare l’80% di sanitari e over 80 entro marzo e il 70% degli adulti entro l’estate.