Vendere viaggi su mobile: le sette regole d’oro del marketing
Se prima era una parolaccia, oggi è una parola d’ordine: è il mobile, su cui transitano – secondo gli ultimi dati di eMarketer – il 63% degli acquisti di viaggio online. Una quota che cresce rapidamente, di giorno in giorno, e che obbliga le aziende a dotarsi di strumenti adatti, tanto sul fronte tecnologico (siti e app all’avanguardia), quanto su quello del posizionamento e della promozione.
Da qui l’idea del Forbes Communications Council di offrire una mini-guida con sette consigli di mobile marketing per l’industria turistica, a firma di Jim Nichols di Apsalar.
1. “Mobilizzare” il Seo. Si parte da un presupposto: la maggior parte delle ricerche, ormai, avviene su smartphone e tablet. Google lo sa bene e adatta i criteri di ranking a questi supporti. Cosa possono fare le aziende per potenziare il Seo (search engine optimization) su mobile per generare più traffico? In primis, dotarsi di siti web responsive, adattabili ai diversi schermi. Costruire pagine mono-concettuali, legate a un unico argomento, i cui contentuti saranno più leggibili. Attenzione al linguaggio: utilizzare il più possibile i topic trend, ovvero termini popolari e supercliccati secondo Google. Semplificare testi e grafica, rendendoli il più possibile leggeri.
2. Offrire esperienze personalizzate. I travel brand aumentano la soddisfazione del cliente finale, e la “vicinanza” al marchio stesso, offrendo prodotti su misura per ogni singolo utente. Per rendere la personalizzazione possibile bisognerà raccogliere le informazioni sui consumatori e costruire profili ad hoc. Un esempio? La app di Marriott registra l’esigenza di un cuscino in più e, per eventuali soggiorni futuri, si ricorda di questa necessità.
3. Geolocalizzare. Secondo uno studio Ipsos, l’88% degli utenti fa ricerche locali sul proprio smartphone, e il 61% esige che il search sia capace di riconoscere il luogo in cui si trova. Un’azienda, dunque, deve assicurarsi di essere visibile nei motori di ricerca mobili, in particolare Google e Bing, che raccologono anche recensioni e punteggi da parte dei clienti.
4. Self service. Il 40% dei Millennials preferisce prenotare esperienze e servizi tramite mobile, invece che di persona: a dirlo è una ricerca del Center for Generational Kinetics. È bene – secondo Forbes – che hotel, compagnie aeree e autonoleggi si adeguino a questo trend, consentendo ai propri clienti di compiere tutti i passaggi con il proprio smarphone, come per esempio le operazione di check-in e check-out in albergo.
5. Siamo tutti concierge. Le app di hotel e compagnie aeree spesso offrono mini-guide locali e strumenti per la prenotazione di attività, quasi fossero concierge virtuali. Questi tool hanno uno scopo ben preciso: da un lato rendere la travel esperience più ricca, dall’altro fidelizzare la clientela offrendo un servizio aggiuntivo.
6. Anticipare le esigenze. L’azienda che cerca di conquistare clienti su mobile deve essere in grado di captare le necessità degli utenti e offrire soluzioni inattese. Un esempio: la app di Starwood offre indicazioni di guida dagli aeroporti agli hotel nelle lingue locali. Una volta saliti a bordo del taxi, a Phuket, basterà mostrare al conducente lo schermo per trovarsi sulla strada giusta.
7. Sfruttare i social media. Secondo una ricerca di comScore, l’80% del tempo trascorso sui social network è speso su mobile. Queste piattaforme sono, infatti, il modo migliore per rimanere in contatto con i clienti, sollecitandoli attraverso immagini e altri contenuti.
Le imprese di viaggio – riflette Jim Nichols, autore dell’articolo – hanno abbracciato il digitale molto più velocemente degli altri. E sanno bene che ogni azione, per portare reali benefici, deve essere declinata in questo ambito. Adesso è necessario salire un ulteriore gradino: quello del mobile. Solo superando questo step si potrà generare una vera crescita per le aziende del travel.