by Roberta Rianna | 12 Febbraio 2025 17:18
Sembrava cosa fatta. E invece, a quanto si apprende da fonti autorevoli, la trattativa tra il Gruppo Msc Cruises e la Tip – Tamburi Investment Partners per il suo ingresso in Alpitour World ha subito una battuta d’arresto. A frenare sarebbe stato proprio il patron del mare, Gianluigi Aponte, orientato nel contempo su altri investimenti. Ma a Ginevra, nell’entourage della famiglia, c’è ancora chi spinge perché il dialogo con Giovanni Tamburi non si arresti.
Quest’ultimo, numero uno della merchant bank Tip, aveva esercitato nei giorni scorsi la prelazione su circa il 36% delle quote[1] detenute da Andrea Ruben Levi, sfilandole allo stesso Aponte, che da lì avrebbe fatto partire la sua graduale scalata ad Alpitour.
Ora, come noto, Tamburi viaggia verso il controllo quasi totale del primo polo turistico italiano (il 95,7% per l’esattezza), inducendo Msc a compiere un passo indietro. O magari a giocare al rialzo.
Ma da Ginevra c’è chi addirittura azzarda un pronostico tranchant: «L’affare con Msc non si chiuderà». A nostro parere, però, non è tempo di previsioni nette: il rischio che siano smentite dai fatti esiste.
Se invece dovesse andare come pare, si aprirebbero per il colosso dei viaggi nuovi scenari: l’ingresso di un nuovo ipotetico compratore disposto a spendere di più, ma anche la fantomatica quotazione in Borsa[2].
Sul tema del prezzo, che non sembra al momento elemento cruciale della trattativa, si era già mossa una riflessione[3], che ora vale la pena riproporre. La valutazione di Alpitour sulla base della proxy legata alle quote che facevano capo a Levi è stata fissata a 565 milioni di euro. Ma alla luce dell’ultimo esercizio chiuso al 31 ottobre 2024[4], in cui sono stati registrati ricavi per 2,1 miliardi di euro e un Ebitda di 138 milioni di euro, la cifra “giusta” si attesterebbe tra gli 1,1 e 1,4 miliardi di euro. Un valore dunque significativamente più alto rispetto al mezzo miliardo “e spicci” recentemente calcolato.
A fare gola a Msc sarebbero, oltre alla potente divisione tour operating di Alpi, i suoi asset strategici: la catena Voihotels proiettata nel lusso con VRetreats[5], ma soprattutto Neos, sebbene Aponte abbia già in pancia Msc Air[6], compagnia aerea con vocazione cargo con un solo aereo in flotta.
Detto ciò, cosa potrebbe inibire la possibile acquisizione? Un esperto interpellato da L’Agenzia di Viaggi Magazine pone alla nostra attenzione tre variabili: un’integrazione tra due realtà affini che potrebbe risultare lunga e complessa, il peso specifico “relativo” del turismo rispetto al core business del trasporto merci, e last but not least lo spettro dell’Antitrust, il cui intervento – probabile ma non determinante – potrebbe risultare per Aponte una noiosa gatta da pelare.
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