È arrivata, come previsto, la proroga di un mese da parte del Mef per i negoziati in esclusiva con il consorzio formata dal fondo Usa Certares, Delta Airlines e Air France-Klm per la privatizzazione di Ita Airways. Dopo gli incontri della scorsa settimana, infatti, le parti hanno tempo fino al 31 ottobre per studiare a fondo il dossier e arrivare a un accordo. Dall’altro lato, però, ci sono dei movimenti di Delta Air Lines che sembrano già indirizzare il vettore Usa verso un piano di supporto alla crescita di Ita e che riguardano sia il carburante sia i nuovi aerei.
Sarà comunque il prossimo esecutivo, guidato dal centrodestra e molto probabilmente da Giorgia Meloni come nuovo presidente del consiglio, ad avere l’ultima parola sulla trattativa con Certares che dovrebbe portare “alla sottoscrizione di accordi vincolanti solo in presenza di contenuti pienamente soddisfacenti per l’azionista pubblico”, ha sottolineato il ministero dell’Economia in una nota.
Secondo quanto riporta La Repubblica, però, i conti del vettore tricolore sono sotto stretta osservazione e due voci stanno preoccupando i futuri acquirenti: il costo del carburante e il noleggio degli aerei.
Con il jet fuel alle stelle, Ita ha ricorso al meccanismo di hedging (assicurarsi una certa quantità di carburante per il futuro a prezzo fisso), anche se a un costo di mercato medio-alto. Delta Air Lines, che possiede una sua raffineria di proprietà in Delaware, si è offerta qunindi di “fare il pieno” agli aerei di Ita supportandola in questa fase complicata con un fuel meno costoso.
Riguardo la flotta, invece, l’acquisto e il noleggio di aerei pesa sui conti con circa 500 milioni di euro che i vertici di Ita dovranno pagare nei prossimi mesi a Airbus e ai lessors. Inoltre, Airbus ha una lista di ordini globali molto lunga e non è ancora chiaro se riuscirà a garantire tutte le consegne a Ita compe previsto dalla roadmap della compagnia e come già preventivato dall’ad di Ita, Fabio Lazzerini.
Anche in questo caso, però, sembrerebbe che Delta Air Lines sia pronta a venire in soccorso del vettore tricolore con la paventata possibilità che il colosso Usa “giri” alcuni dei suoi aeromobili a Ita in modo da abbassare i costi e garantire la connettività. Ma l’intero “pacchetto di aiuti” sarà attivato solo quando ci sarà almeno la firma di tutte le parti sull’accordo preliminare di vendita.
Secondo le ultime indiscrezioni, inoltre, Certares non dovrebbe presentare un suo piano industriale per la compagnia aerea tricolore, ma lavorerà al miglioramento del piano già presentato dai vertici di Ita a inizio 2022. In ogni caso, i probabili acquirenti vorrebbero inserire un versamento ulteriore di 600 milioni di euro, presumibilmente tra il 2023 e il 2024, portando la capitalizzazione di Ita a 1,95 miliardi complessivi tra liquidità pubblica e privata. Con un eventuale accordo finale di vendita, poi, il board di Ita sarà composto da cinque membri: presidente, amministratore delegato e tre consiglieri. Di questi tre membri sarebbero nominati da Certares e due dal governo.
Riguardo la flotta di Ita, Certares prevede di portarla dagli attuali 67 aerei agli 80 del 2023 — il primo anno del nuovo piano — per arrivare a 98-100 nel 2024 e 120 nel 2025