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Veneto al top: 21 milioni di viaggiatori in un anno

turisti asiatici Italia da adobe

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Di record in record, il turismo nel Veneto ha nuovamente superato se stesso. Nel 2024 il settore ha fatto registrare un incremento del +3,3% negli arrivi e del +2,2% nelle presenze. Con oltre 21 milioni di arrivi e 73 milioni di presenze, la Regione si conferma come una delle mete turistiche più amate, non solo dai visitatori italiani, ma soprattutto dai turisti internazionali, come evidenziato dal Bollettino statistico regionale.

Il dato complessivo riflette una forte crescita nel turismo, con il comparto extralberghiero in evidenza. Le strutture ricettive come gli affitti brevi e le case vacanza hanno registrato un notevole incremento degli arrivi (+6,5%) e delle presenze (+3,8%), continuando a guadagnare terreno rispetto alla tradizionale offerta alberghiera. Quest’ultima ha visto un leggero aumento negli arrivi (+1,1%), mentre le presenze sono rimaste stabili.

Un altro segnale positivo proviene dalla clientela internazionale, che ha rappresentato una quota sempre maggiore di turisti: gli arrivi stranieri sono aumentati del +5,9% e le presenze del +4,0%. Tra le nazionalità che hanno preferito il Veneto nel 2024, spiccano i turisti tedeschi, che hanno visto un incremento significativo (+2,3% di arrivi e +2% di presenze), seguiti dagli americani con una crescita delle presenze pari all’8,3%. Le città d’arte, con Venezia in testa, continuano ad attrarre un numero crescente di visitatori, facendo registrare performance record.

E forse sono anche questi i motivi per cui i fondi di investimento francesi hanno messo gli occhi e provano a mettere anche le mani sugli scali aeroportuali veneti.

Non mancano tuttavia segnali contrastanti. La presenza dei turisti italiani è infatti in calo, con una diminuzione di arrivi pari al -1,5% e di presenze del -1,8%. Anche la durata media dei soggiorni degli italiani è in calo, ridotta di circa due notti rispetto a dieci anni fa. Al contrario, la permanenza degli stranieri è rimasta invariata nelle principali destinazioni come le località balneari (6-7 notti) e le città d’arte (circa 2 notti), ma ha visto una lieve diminuzione nelle località montane e termali.

In particolare, le terme hanno mostrato risultati contrastanti. Sebbene gli arrivi internazionali siano aumentati (+2,9%), non sono riusciti a compensare il calo dei turisti italiani (-1,1%), con una flessione complessiva dei visitatori (-0,1%). Tra i turisti stranieri, sono in forte crescita gli americani e i cinesi, questi ultimi raddoppiati rispetto al 2023, anche se ancora lontani dai numeri pre-pandemia.

Per quanto riguarda le diverse province, si osserva una continua espansione dei flussi turistici, fatta eccezione per il Rodigino. Le strutture extralberghiere hanno superato i livelli pre-pandemia, segnando un +6,5% negli arrivi e un +3,8% nelle presenze. I campeggi e i villaggi turistici hanno mantenuto una certa stabilità, superando del 13,1% gli arrivi del 2019. Un settore che ha visto una vera e propria ripresa è quello degli agriturismi, che accolgono circa il 2,1% dei turisti, con un aumento del +36,1% rispetto alla situazione pre-pandemia.

Il settore alberghiero, pur registrando un recupero, continua a confrontarsi con un ritardo rispetto ai dati del 2019, con una contrazione negli arrivi (-3,3%) e nelle presenze (-6,7%). Nota positiva sono gli alberghi di lusso a 5 stelle, che hanno fatto segnare ottimi risultati con aumenti di arrivi (+2,9%) e presenze (+3,5%).

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