Si avvicina la data in cui si dovrà decidere se Venezia sarà effettivamente inserita nella black list dei Patrimoni dell’Umanità “in pericolo”, come ha chiesto il World Heritage Centre (ramo dell’Unesco), e il dibattito politico-istituzionale si surriscalda. In attesa della pronuncia degli Stati membri dell’organismo dell’Onu, convocati a una riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale in programma dal 10 al 25 settembre a Riyadh, in Arabia Saudita, il sindaco della città lagunare, Luigi Brugnaro, da un lato mette le mani avanti e dall’altro attacca e non le manda a dire.
«Siamo fiduciosi – dichiara in occasione di un evento pubblico in città – che la decisione sarà ragionata e in ogni caso, qualsiasi sarà la scelta, Venezia resta la città più bella del mondo, una delle capitali mondiali della cultura». Il primo cittadino ritiene che ogni tanto «qualche funzionario, qualche tecnico, dovrebbe ascoltare un po’ più la parte politica e un po’ meno o non soltanto i comitati vari, gli amici degli gli amici».
Come abbiamo già scritto su questo giornale, il World Heritage Centre giudica «insufficienti le misure adottate finora per lottare contro il deterioramento della situazione a Venezia».
Ma Brugnaro non ci sta e punta il dito contro «le prescrizioni perentorie» date dall’Unesco che, ricorda, «erano il Mose, che doveva essere messo in attività, spostare le navi e un minimo di programmazione del turismo». Prescrizioni alle quali Brugnaro sostiene di aver adempiuto «ma la commissione a metà agosto ha pensato altro; una commissione fatta di persone che ascoltano tutti, a prescindere dalla rappresentanza. Io sono fiducioso che poi la decisione politica finale sarà più ragionata. Di più non merita una risposta quel documento, francamente carico di cose inesatte, per non dire addirittura sbagliate».
Le interlocuzioni tra governo centrale e istituzione locale proseguono anche se, come sottolinea Brugnaro, «è lo Stato italiano che ha relazioni con l’Unesco, non la città direttamente».
E il governo al momento che fa? Preferisce stare in silenzio, un silenzio operoso, e avere un basso profilo, come rivelato oggi dallo stesso ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: «Mi sto occupando» del dossier Unesco su Venezia «ma non ne parlo. C’è un momento di riservatezza e poi c’è un momento di narrazione».
Nel frattempo, a pochi passi dal ministro, l’ultima parola ce l’ha il sindaco Brugnaro, il quale sembra lanciare una sorta di “pizzino”: «Una cosa certa: l’Unesco ha sede anche a Venezia, su un immobile del Comune, ma certo noi non faremo nessuna azione di ritorsione verso l’Unesco. Noi rispettiamo una grande istituzione».