Potrebbero tornare presto, nelle città italiane, turisti e businessman in viaggio dal Giappone. E non solo grazie ai voli Covid tested ammessi dal governo italiano. Da questa settimana, infatti, il Paese del Sol Levante ha iniziato ad accettare le domande di applicazione per i cosiddetti passaporti vaccinali che permetteranno alle persone completamente vaccinate contro il Covid-19 di viaggiare all’estero. Questo strumento è stato introdotto di recente, dopo che la comunità di affari giapponese, ne ha chiesto a gran voce l’introduzione per facilitare la ripresa delle attività commerciali.
L’Italia è tra i pochi paesi, insieme ad Austria, Turchia, Bulgaria e Polonia, che hanno concordato di allentare le regole di quarantena Covid-19 per i titolari dei certificati giapponesi.
Il Giappone è infatti stato incluso dalla Farnesina, con ordinanza del 18 giugno 2021, tra i Paesi terzi di cui si riconoscono come «Certificazioni verdi Covid» per l’ingresso in Italia «le certificazioni di avvenuta vaccinazione, guarigione o test molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti l’arrivo, rilasciate dalle autorità sanitarie locali». Chi possiede tali certificazioni è esonerato dall’obbligo di isolamento fiduciario e doppio test, altrimenti previsti per l’ingresso in Italia. Chi non possiede il passaporto sanitario, può comunque entrare in Italia, seguendo la procedura generale prevista per i Paesi inclusi nell’ Elenco D (ovvero doppio test molecolare prima e dopo, quarantena di 10 giorni e compilazione del Passenger Locator Form).
«Riteniamo che questo sia uno strumento importante per riprendere i viaggi internazionali in futuro», ha dichiarato il segretario di gabinetto capo del governo giapponese, Katsunobu Kato, ad una conferenza stampa.
Il portavoce del governo, però, ha anche esortato le persone ad astenersi dal richiedere il certificato a meno che non abbiano intenzione imminente di viaggiare all’estero per evitare un’inondazione di domande.
Il governo di Suga, pur impegnato con le controverse olimpiadi, sta nel frattempo cercando di ottenere accordi simili a quello con l’Italia anche con altri Paesi.