Verso le elezioni: le 17 mosse di Federturismo
La voce dell’industria dei viaggi alle orecchie dei politici è tornata a farsi sentire forte e chiara, come già anticipato nel servizio sui programmi per il turismo dei partiti. In vista delle elezioni, Federturismo Confindustria ha stilato la sua road map per la crescita del settore.
Una strategia in 17 mosse che il presidente della federazione, Gianfranco Battisti, ha illustrato ai vari schieramenti politici in lizza per le consultazioni del 4 marzo: «Innanzitutto reintrodurre il ministero del Turismo; realizzare un piano industriale per il comparto, una nuova governance con modifica del titolo V della Costituzione; rifondare l’Enit dotandolo di fondi, non solo dello Stato, ma anche delle Regioni; ridurre la pressione fiscale, favorendo la cooperative compliance nel settore».
Battisti ha, poi, toccato il tema caldo della tassa di soggiorno «che va riordinata destinando almeno il 50% dei proventi a finanziamenti di opere pubbliche d’utilità turistica». Forte sottolineatura anche sull’alta formazione, nella quale secondo Federturismo «bisogna investire con nuove professionalità», e sulla «digitalizzazione per rilanciare l’offerta e gestire al meglio i flussi della domanda», in una parola coniugare l’intero settore al piano Impresa 4.0, con un efficace utilizzo dei big data e nuove forme di aggregazione per reti d’impresa che presidino i mercati.
Altro capitolo sul quale Battisti ha rimarcato la necessità di un intervento ad ampio spettro riguarda security e data protection creando figure di security manager che possano espletare competenze d’eccellenza. A completamento delle misure che Federturismo chiede a viva voce a tutti i partiti in lizza, un concreto impegno per il Sud promuovendo poli turistici, reti d’impresa, massimizzando i fondi strutturali europei; c’è poi il tema della sostenibilità, con benefit fiscali per chi si impegna in progetti di turismo sostenibile e un concreto sostegno istituzionale al progetto dei Musei Green nel quale la federazione crede molto.
Infine la sfida dell’accessibilità e mobilità turistica con un piano attuabile per decongestionare le grandi mete e rendere appetibili territori con forti potenzialità ricettive, ma ancora fuori dal business turistico e dalle programmazioni di operatori esteri.
La prima, pronta, replica del mondo politico c’è stata da tutti i fronti. Loredana Capone del Partito democratico si è soffermata sulla necessità di realizzare dei concreti prodotti turistici, spendibili sui mercati esteri e sul potenziamento delle risorse economiche dell’Enit, dotandolo di parte dei fondi delle Regioni, dei soldi del Cipe e di quelli già stanziati dello Stato.
Gian Marco Centinaio della Lega ha insistito, invece, sull’idea di ripristinare il ministero del Turismo, riformare radicalmente l’Enit che al momento appare «imbarazzante», ridurre il cuneo fiscale e riformare gli istituti per la formazione.
Forte attenzione al mondo degli operatori, da coinvolgere nei piani per il turismo e per la mobilità, è stata richiesta da Edoardo Colombo di 10 Volte Meglio, mentre Maurizio Gasparri di Forza Italia ha insistito sul rilancio di comparti ad alta potenzialità come il turismo nautico (nel programma del partito c’è una precisa indicazione sulla realizzazione di 30 nuovi porti turistici).
L’istituzione di un ministero del Turismo a sé stante, forte e con reali capacità gestionali, è stato caldeggiato da Carlo Fidanza di Fratelli d’Italia e da Mattia Fantinati del Movimento 5 Stelle.
Al di sopra delle parti, l’intervento dell’attuale direttore turismo del Mibact, Francesco Palumbo, che si è soffermato sulla valenza di Piano Strategico appena varato e della durata di 6 anni e della possibilità di gestire il rilancio del comparto, aggiungendo, però, che la struttura avrebbe necessità di un potenziamento di risorse umane e specializzate, rispetto alle attuali 27 persone, tenendo conto che un competitor come la Francia, per la governance del suo turismo si avvale di oltre 900 persone.
Su tutto, un tema che mette d’accordo gli schieramenti: la lotta all’abusivismo, tanto nell’industria ricettivo-alberghiera, quanto nelle imprese dei viaggi, con particolare riferimento alle Olta.