by Redazione | 12 Aprile 2023 7:00
L’hôtellerie del turismo montano chiama e la finanza risponde. Il mondo degli alberghi si è incontrato nei giorni scorsi a Belluno proprio con i rappresentanti della finanza per fare il punto su quanto fatto negli ultimi anni e sulle prospettive negli investimenti per l’immediato futuro.
L’evento – dal significativo titolo “Cortina, le Olimpiadi e oltre: l’evoluzione del turismo in montagna” – si è tenuto presso la Luiss Business School – Hub Veneto delle Dolomiti, ed è stato organizzato da Confindustria Belluno Dolomiti, Confindustria Alberghi, Luiss Business School in collaborazione con Cushman & Wakefield e LBS Alumni. Ad aprire i lavori Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, e Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi.
Le due tavole rotonde – moderate rispettivamente da Giorgio Palmucci, vice presidente Confindustria Alberghi e past president Enit, e Alessandro Belli, head of Hospitality Italy Cushman & Wakefield, presidente di Alumni Luiss Business School e ajunct professor Luiss Business School – hanno generato un proficuo confronto e un primo approccio ad una pianificazione condivisa dello sviluppo ricettivo nella montagna nell’immediato futuro.
È stata soprattutto una giornata dove si è analizzato il rilancio del turismo montano grazie all’attrazione di nuovi investimenti che, se ben programmati, possono ampliare l’orizzonte di quelle bellezze naturali del territorio, così come le eccellenze delle produzioni manifatturiere tipiche di ciascuna località. Tipicità che rendono uniche le nostre destinazioni e che possono vantare di essere tra i simboli riconosciuti del made in Italy.
La quota di mercato dell’ospitalità sul totale degli investimenti immobiliari in Italia è cresciuta nell’ultimo decennio dal 10 al 15%, a conferma del forte interesse degli investitori per il settore alberghiero. E lo scorso anno sono stati investiti nel comparto nel nostro Paese 1,5 miliardi di euro, il 66% provenienti da capitale estero. Il numero di asset transati è stato di 56 per circa 5.800 camere.
Seppur positivi, si tratta di numeri molto al di sotto di quelli registrati dai nostri competitor europei: in Francia nel 2022 sono stati investiti nel settore alberghiero 3,1 miliardi di euro per 110 asset e circa 10mila camere transate, in Spagna 3 miliardi di euro con 105 asset e circa 15mila camere transate. Anche la Germania fa meglio di noi.
A penalizzare il nostro Paese, ancora una volta, l’eccessiva burocrazia e la scarsità di informazioni, molto spesso poco chiare e trasparenti, sulle opportunità di investimento. E questo nonostante il settore alberghiero italiano stia tornando rapidamente ai livelli pre pandemia per quanto riguarda l’occupancy e addirittura li abbia abbondantemente superati in termini di Adr e RevPar.
Sempre più impattante per il settore il rispetto dei criteri Esg (environmental, social and corporate governance, ndr) sia per gli investitori, che per gli operatori che per i finanziatori: oggi si investe e si finanziano operazioni con elevato profilo di sostenibilità, mentre le altre sono considerate fuori mercato.
Forte, dunque, l’interesse per la montagna, che ha grandissimo potenziale di crescita nel prossimo futuro: l’Italia è il primo Paese europeo per superficie di comprensori sciistici e numero di stazioni, ma anche in questo ambito c’è un’eccessiva frammentazione: il numero di grandi stazioni sciistiche è nettamente più basso di quello di Francia e Austria.
Ma la montagna non è più solo neve, bensì una destinazione da vivere a 360° in tutti i mesi dell’anno. Questo quanto emerso dall’analisi presentata da Alessandro Belli. A seguire nelle due tavole rotonde dedicate a “Montagna, Investimenti e sviluppo” il racconto è stato animato da esperienze, soluzioni, idee e progetti illustrati dai rappresentanti delle realtà presenti.
Un confronto volto a individuare soluzioni utili per investire nell’economia della montagna. Tra le parole chiave comuni a tutti gli interventi: sostenibilità, accessibilità, qualità del servizio, destagionalizzare, semplificazione, formazione, capitale umano, investimenti e turismo internazionale. La montagna non è più solo una destinazione che si vive d’inverno e ha le potenzialità per accogliere flussi turistici nell’arco dell’intero anno. Per questo diventa indispensabile investire su impianti e strutture alberghiere per non perdere l’effetto di grande attrazione che possiede naturalmente.
Tra i temi trattati a più riprese anche quello legato alla carenza del personale e la necessità di un intervento sul cuneo fiscale, che nella pratica penalizza le aziende italiane rispetto ai Paesi europei suoi competitor. Opinione comune il potenziale ancora inespresso delle tante destinazioni montane, soprattutto agli occhi della domanda internazionale e la relativa necessità di un impegno maggiore da destinare all’attività di comunicazione così da posizionare il brand montano italiano su target più elevati del mercato.
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