by Redazione | 19 Marzo 2021 21:48
A due mesi dal sì allo scostamento di bilancio[1] proposto dal governo Conte e approvato dalle Camere, l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha finalmente dato via libera in Consiglio dei ministri al decreto Sostegni (ex Ristori 5)[2] da 32 miliardi di euro.
Un provvedimento complesso e attesissimo, frutto di un gioco di equilibri tra le variegate forze di maggioranza, che – a detta del premier – ha l’obiettivo di sostenere le imprese e il lavoro, distribuendo «più soldi possibili, nel più breve tempo possibile», con pagamenti al via dall’8 aprile.
FONDO PERDUTO. Se la misura più discussa è la cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 (anziché 2015, e solo per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro), un passaggio cruciale – come anticipato – è l’addio alla logica dei codici Ateco con 11 miliardi di contributi a fondo perduto per imprese e professionisti titolari di partita Iva con fatturato fino a 10 milioni di euro che abbiano registrato perdite di almeno il 30% nell’ammontare medio mensile del fatturato 2020 rispetto a quello del 2019. Aiuti, per un massimo di 150.000 euro, così distribuiti: 60% per le imprese fino a 100mila euro di fatturato; 50% tra 100mila e 400mila euro; 40% tra 400mila e un milione; 30% tra uno e cinque milioni; 20% tra cinque e dieci milioni.
MATRIMONI, FIERE E CONGRESSI. Capitolo a parte è dedicato alle categorie economiche particolarmente colpite dall’emergenza Covid, a cui è destinato un fondo da 200 milioni che sarà gestito dalle Regioni e servirà a ristorare, tra l’altro, “le imprese esercenti attività commerciali e ristorazione nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati”.
E se il fondo speciale a sostegno delle fiere internazionali è incremento di 150 milioni di euro, un paniere a parte da 100 milioni di euro è riservato al settore delle fiere e dei congressi, penalizzato da quasi un anno e mezzo di cancellazioni.
700 MILIONI ALLA MONTAGNA. Ma chi esce davvero vittoriosa dalla partita del decreto Sostegni è la montagna, fortemente penalizzata dal repentino niet alla riapertura degli impianti da sci[3] e che ora incassa 700 milioni di euro. Risorse che confluiranno in un fondo presso il Mef e saranno ripartite in base a un decreto del ministero del Turismo (da emanare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del dl Sostegni): il 70% andrà alle attività dei Comuni montani che nel 2019 abbiano registrato presenze turistiche tre volte superiori al numero di residenti; il 30% agli altri Comuni, ai maestri e alle scuole di sci.
BLOCCO LICENZIAMENTI E CIG. Sul fronte ammortizzatori sociali, il dl Sostegno proroga il blocco dei licenziamenti fino a tutto giugno, con un ulteriore divieto fino al 31 ottobre per le aziende che usufruiscono della cassa integrazione Covid. Fronte cassa integrazione, le aziende che hanno quella ordinaria potranno chiedere 13 settimane tra il primo aprile e il 30 giugno 2021 con causale Covid senza contributo addizionale. Saranno invece concesse al massimo 28 settimane tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021 per quei lavoratori che non sono tutelati da ammortizzatori ordinari ma hanno l’assegno di solidarietà o la cassa in deroga.
INDENNITÀ STAGIONALI. Per i lavoratori stagionali danneggiati dalle chiusure provocate dal Covid, invece, il decreto Sostegni prevede una nuova indennità una tantum di 2.400 euro. Un aiuto che sarà erogata ai soggetti già beneficiari del bonus 1.000 euro previsto dal decreto Ristori. Le domande dovranno essere presentate all’Inps entro fine aprile.
FIDUCIA DI DRAGHI NEL TURISMO. Se si considerano i ristori alla montagna, alle fiere e il fondo speciale per i settori più danneggiati dal Covid, il turismo incassa da questa manovra di marzo circa 1 miliardo di euro. Per Draghi si tratta di «un settore dove vale la pena investire», perché «quando la pandemia finirà, il turismo in Italia tornerà». Quella dei viaggi è un’industria che, secondo il premier, «tornerà a essere prospera», ragion per cui è giusto «sostenerla con convinzione».
L’auspicio è che il settore rientri con ancora maggiore forza – e con nuovi aiuti mirati alle agenzie di viaggi e ai tour operator – nel prossimo stanziamento, già ipotizzato da Draghi, che dovrebbe essere avallato in concomitanza con la presentazione del Documento di economia e finanza (Def).
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