by Giuseppe Rinaldi | 16 Ottobre 2023 14:42
Una Manovra economica dal valore complessivo di poco meno di 24 miliardi, frutto di 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. Una Manovra «molto seria, molto realistica che non disperde risorse ma le concentra su grandi priorità»: queste le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel presentare alla stampa la Legge di Bilancio 2024 (i cui contenuti avevamo anticipato qui[1]) dopo il via libera del Consiglio dei ministri. Alla riunione del governo, oltre alla manovra, è approdato il Documento programmatico di bilancio (inviato a Bruxelles) e il Decreto fiscale con il previsto stanziamento di 3,2 miliardi di anticipo ricavati in deficit dalla Nadef.
Approvati anche due decreti legislativi (entrambi in esame preliminare) per l’attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale (con la global minimum tax) e per l’attuazione del primo modulo di riforma dell’Irpef.
I pilastri della Manovra
La conferma per un anno del taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef rappresentano i pilastri della manovra economica.
Il taglio contributivo vale circa 10 miliardi, la misura più corposa, che prevede più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio bassi. In particolare, il taglio del cuneo di 6 punti per chi ha fino a 35mila euro e 7 per fino a 25mila. Si tratta di «un aumento in busta paga – ha precisato la premier – che mediamente corrisponde a circa 100 euro al mese per una platea di circa 14 milioni di cittadini».
La nuova Irpef sarà centrata su tre aliquote. Per il 2024 gli scaglioni si riducono da quattro a tre, accorpando i primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23%, come conferma il Ministero dell’Economia. Le nuove aliquote per scaglioni di reddito sono quindi così determinate: fino a 28.000 euro, 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%; oltre 50.000 euro, 43%. Inoltre si si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati. La riforma dell’Irpef per il 2024 costerà circa 4,3 miliardi.
Tra gli altri interventi in materia fiscale approdati in Cdm: gli sconti fiscali per le imprese che investono o assumono, oltre all’introduzione della global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro con cui il governo conta di coprire parte della manovra.
Per il comparto del turismo per tutto il 2024 saranno detassati il lavoro notturno e gli straordinari: in particolare viene finanziato il trattamento integrativo speciale ossia una somma in più in busta paga che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15% delle retribuzioni lorde per il lavoro notturno e gli straordinari nel turismo. Si tratta di una misura che «abbiamo chiesto e ottenuto» ha spiegato la ministra del Turismo, Daniela Santanché. «Si sa – ha aggiunto – che chi fa questo mestiere spesso lavora nel weekend o in orari non agevoli restando sempre a disposizione dei clienti. Abbiamo quindi ritenuto di dover intervenire su questo punto sia per gratificare chi lavora nel comparto, sia per rendere più allettante la scelta di chi vorrà essere un professionista del turismo. Questo anche per far fronte al tema della carenza di personale del comparto».
La Legge di Bilancio introduce per le imprese una maxi deduzione sul costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato, pari al 120% per tutte le assunzioni per arrivare fino al 130% per chi assume mamme, under 30, percettori di Reddito di cittadinanza e persone con invalidità. «Il principio che applichiamo per le aziende – ha spiegato la premier Meloni – è: più è alta l’incidenza di dipendenti che si hanno in rapporto al fatturato, meno tasse si devono allo Stato».
Questa misura sostituisce la decontribuzione che era prevista solo per giovani e donne, ma si somma con la decontribuzione per chi assume nel Mezzogiorno, che è prevista nel decreto sulla Zes (zona economica speciale) unica per le regioni del Sud Italia. Nella Legge di Bilancio sono previsti 2 miliardi che servono a coprire la Zes del Mezzogiorno – norma che consente in tutte le regioni del Meridione di avere importanti crediti di imposta e anche norme sulla decontribuzione.
L’aumento della deduzione sulle nuove assunzioni per il 2024 è accompagnato dall’abrogazione dell’Ace, l’agevolazione dell’aiuto alla crescita economica, come previsto dalla bozza, in entrata al Consiglio dei ministri, del decreto legislativo di riforma dell’Irpef. L’azzeramento dell’Ace – la deduzione a chi incrementa il capitale proprio, che fu introdotta nel 2011 dal governo Monti – prevede, come si legge nella relazione tecnica, il conseguente ripristino a tassazione della quota di reddito imponibile corrispondente.
Per le imprese arriva una norma sul reshoring, per favorire con meno imposte per chi torna a produrre in Italia. La misura prevede l’abbattimento del 50% delle imposte per le imprese che decidono di tornare in Italia dall’estero con i propri impianti di produzione. Ma viene previsto per le imprese fruitrici di tale incentivo l’obbligo di restituzione di quanto ricevuto ove delocalizzassero nuovamente le attività, nelle modalità previste nel recente decreto sugli asset strategici. «Sì al reshoring, no alle delocalizzazioni», scrive il Ministero delle Imprese e del Made in Italy in una nota.
Con 50 milioni di euro utilizzabili da subito per il 2023, viene rifinanziata la nuova legge Sabatini. Il finanziamento sarà reso fruibile per le imprese richiedenti in un’unica tranche consentendo l’accorpamento delle rate. La misura sostiene gli investimenti in beni strumentali effettuati da micro, piccole e medie imprese facilitando l’accesso al credito con tassi di interesse agevolati.
«È un provvedimento che assume ancora più rilevanza nel contesto attuale – spiega il Mimit – con la stretta sui tassi applicata dalla Bce nell’ultimo anno. Nella Legge di Bilancio sarà poi rifinanziata la legge Sabatini per il 2024».
La misura approvata consente di allineare temporalmente il sistema di certificazione del credito d’imposta, approvato il 15 settembre scorso e operativo dal prossimo anno, con i termini per il possibile riversamento che vengono prorogati al 30 giugno 2024. In questo modo l’Albo dei certificatori, appena istituto, potrà dare certezza su chi ne abbia davvero diritto.
Per il lavoro autonomo viene confermato l’aumento dell’importo per la tassa piatta al 15%. Viene prorogata inoltre per altri 3 anni l’indennità straordinaria di continuità, una sorta di cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi. Inoltre quest’anno gli autonomi non saranno costretti a pagare l’anticipo Irpef a novembre ma potranno rateizzarlo in 5 rate da gennaio a giugno.
Nella bozza in entrata del decreto legislativo Irpef è previsto inoltre poi un taglio lineare alle detrazioni da 260 euro per chi ha un reddito “complessivo superiore a 50.000 euro”. A essere interessati dalla riduzione gli sconti del 19%, le erogazioni liberali a favore delle Onlus, dei partiti e del Terzo settore oltre alle detrazioni sui premi per l’assicurazione sulle calamità.
E poi ancora gli aumenti contrattuali del pubblico impiego: complessivamente oltre 7 miliardi euro, di cui oltre 2 miliardi riguardano sanità e stanziamenti anche per il rinnovo del contratto delle forze di polizia. La manovra prevede 3 miliardi in più sul piatto della sanità, in particolare per abbattere le liste di attesa.
In favore delle famiglie numerose e per alzare il tasso di natalità sono destinate in totale risorse pari a 1 miliardo di euro. Confermata la carta “Dedicata a te” nella misura di 600 milioni di euro per l’anno 2024; rafforzato il bonus asili nido «l’obiettivo – ha affermato Meloni – è dire che al secondo figlio l’asilo nido è gratis»; previsto il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) nel primo trimestre dell’anno prossimo. E’ rinviata invece fino al 1 luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax.
Ci sarà inoltre una rivalutazione del 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo, del 90% tra 4 e 5 volte il minimo e poi c’è un decalage. La rivalutazione viene confermata per le pensioni minime di chi ha più di 75 anni. Previsto anche un taglio del canone Rai che dovrebbe passare da 90 a 70 euro l’anno. Infine, la manovra – hanno riferito i ministri Giorgetti e Salvini – assicura le risorse necessarie per il Ponte sullo Stretto di Messina.
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