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Via libera della Camera alla legge delega sul turismo

Primo sì del Parlamento alla legge delega sul turismo. La Camera ha approvato mercoledì 10 luglio, senza alcun voto contrario, il ddl sul settore n° 1698-A che conferisce al governo il potere – la delega, dunque – “per l’adozione di uno o più decreti legislativi in materia di turismo, che saranno adottati su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, del ministro per la Pubblica amministrazione e del Mipaaft, di concerto con il Mef e con gli altri ministri competenti”, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni.

A dare l’annuncio del via libera di Montecitorio è il ministro delle Politiche agricole, Forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, che qualche ore prima aveva preannunciato l’intenzione di avviare, a settembre, l’iter per l’aggiornamento e il riordino delle professioni turistiche, come previsto dalla legge delega stessa.

«Oggi è un giorno importante per il turismo – dichiara il responsabile del Mipaaft – L’Italia si potrà finalmente dotare di una legge che darà uno slancio concreto a uno dei settori più importanti del nostro Paese e concretizzare quanto fatto tutti insieme in questi mesi». 

Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato, contiene una serie di indirizzi: oltre al tema delle professioni, sono previsti interventi e disposizioni che regolino settori come il turismo sostenibile, quello sanitario e termale, rurale, esperenziale, l’ittiturismo e il turismo delle radici.

Nella legge delega viene messo, poi nero su bianco il coordinamento per il recepimento e l’adozione della normativa europea, l’armonizzazione delle leggi nazionali con il diritto Ue, la semplificazione e riduzione degli oneri burocratici per la creazione di nuove imprese turistiche, maggiore trasparenza e la spinta sul digitale.

E ancora: lo sviluppo di un modello di turismo accessibile, l’istituzione di una Scuola nazionale di alta formazione turistica e la promozione di progetti intermodali per la mobilità slow a fini turistici, con particolare riferimento a ciclovie, cammini, servizi ferroviari turistici e ciclostazioni.

«Abbiamo deciso di guardare alle categorie deboli, al territorio, in tutte le sue declinazioni, alle radici, per poter dare un indirizzo specifico e non più astratto a tutto il comparto», ha concluso Centinaio.

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