Viaggi d’istruzione, la lettera delle agenzie a Fiavet
Una lettera, rimbalzata nelle caselle email di Fiavet Nazionale e delle sue delegazioni regionali almeno duecento volte, per chiedere definitivamente «di essere ascoltati», racconta Paolo Radici, presidente del neo Comitato Turismo Scolastico, che oggi racchiude le 100 agenzie più importanti in termini di viaggi d’istruzione per un fatturato complessivo di 400 milioni di euro (300 solo con le scuole). Un numero, questo, che da solo basterebbe per ribadire l’importanza di una nicchia che necessita, in un momento di enorme crisi per via della diffusione – ormai globale – del coronavirus, di azioni precise.
“Il nostro comitato si è costituito spontaneamente lo scorso 2 marzo a Roma, dopo la manifestazione delle agenzie in piazza di fronte al Mise – si legge nella lettera – Da sempre noi imprese operanti nel settore del turismo scolastico e dei viaggi studio non siamo mai stati ascoltati e tanto meno presi in considerazione, nonostante mediamente una nostra adv produce almeno il triplo di una buona agenzia dettagliante. Nella media, infatti, ogni nostra agenzia fattura 4 milioni e tutti insieme produciamo un volume di 400 milioni, di cui 100 leisure e 300 di organizzazione”.
“Combattiamo ogni giorno una battaglia sommersa e solitaria per il nostro lavoro fatto solo di obblighi verso il cliente/scuola e senza alcun diritto. Tra l’altro, senza essere rappresentati da nessuno. Inoltre, solo l’emergenza coronavirus è riuscita a farci confluire in un contenitore comune, fatto di problemi quotidiani, trasversale rispetto alle associazioni di categoria. Poiché a nostro avviso le associazioni che dovrebbero rappresentarci e che vorremmo ci rappresentassero non conoscono le nostre problematiche, e a quanto pare non vogliono nemmeno conoscerle perché nessuno di noi è stato interpellato nonostante fra di noi ci siano associati all’una e all’altra associazione di settore”, prosegue la mail indirizzata momentaneamente soltanto a Fiavet e al suo numero uno Ivana Jelinic, con Paolo Radici che conferma l’avvio del dialogo – questa volta totalmente (o quasi) nuovo – anche con altre sigle.
Un esempio concreto? Il comitato spiega che “la situazione creatasi dal 23 febbraio in poi e con le misure eccezionali e mai viste in Italia, che condividiamo pienamente nelle finalità ma che ancora una volta hanno dimostrato la totale assenza di rappresentanza delle aziende che si occupano di turismo scolastico, nel giro di una notte si è messa a repentaglio l’attività e la vita di queste imprese, grazie a una serie di decreti, che sono risultati poco funzionali e, soprattutto, con gravi difetti di impostazione tecnica. Tali atecnicismi minano l’esistenza stessa di oltre 100 aziende, fra le più performanti nel settore agenziale, e senza che nessuna associazione di categoria evidenziasse il problema che stiamo vivendo”.
Il tutto, dichiarando, nuovamente, “di essere pronti a battagliare per far dimostrare l’incostituzionalità dell’equiparazione dell’art.41 comma 4 del Codice del Turismo e per poter riscrivere le regole con Miur e Anp in quanto ora assolutamente sbilanciate e vorremmo poter condurre queste giuste battaglie con chi le agenzie di viaggi già le rappresenta”.
“La possibilità di rimborso tramite voucher – conclude il comitato – è giuridicamente impercorribile per noi che otteniamo i contratti in base a procedure di evidenza pubblica e non incarichi scelti liberamente dagli istituti scolastici ed è gravissimo che questa circostanza non sia stata presa in considerazione. Per utilizzare i voucher l’istituto scolastico dovrebbe poter essere in grado di riaffidarci il prossimo contratto diretto e senza una specifica previsione di legge in deroga non lo potrebbe fare. Inoltre, per noi agenzie del turismo scolastico il rimborso previsto dall’ art. 41 non è praticamente applicabile in quanto i soldi li anticipiamo noi alle scuole”.