by Roberta Moncada | 19 Novembre 2021 14:12
L’ ufficio nazionale Israeliano del Turismo continua il suo lavoro di formazione e comunicazione con gli operatori italiani, e in un webinar dedicato ad agenti ed operatori spiega nel dettaglio le nuove regole di ingresso, anche alla luce della recente apertura – dal 1° novembre[1] – ai turisti individuali (dopo l’esperimento di un programma pilota a settembre per accogliere i gruppi organizzati).
Israele è quindi aperta da ottobre ai viaggiatori (individuali o gruppi) che abbiano completato il ciclo vaccinale da almeno 2 settimane (tutti i vaccini approvati in italia sono riconosciuti da Israele), con regole diverse per chi ha superato 180 giorni di validità del vaccino.
Prima di partire, bisognerà eseguire un tampone Pcr in Italia con risultato in Inglese sul quale sia indicato il numero di passaporto. Il tampone deve essere fatto entro le 72 ore dalla partenza per Israele. Entro 24 ore dalla partenza bisognerà invece compilare l’Entry Statement Form del Ministero della Salute Israeliano, (nel modulo vanno inserite le date di somministrazione di entrambe le dosi). Necessaria anche la stipula di un’assicurazione sanitaria con copertura Covid prima della partenza.
All’arrivo in Israele, i viaggiatori dovranno eseguire un tampone Pcr in aeroporto Ben Gurion (il tampone si può prenotare in anticipo, al costo di circa 23 euro) e attendere l’esito presso la struttura obbligatoriamente dove si soggiorna la prima notte. L’esito arriva al massimo entro 24 ore, ma solitamente entro le 6-8 ore (qui[2] il link per prenotare il tampone).
E’ importante notare che 180 gg dal ciclo completo non possono scadere durante il soggiorno in Israele, e che coloro che hanno fatto la 3° dose da almeno 14 gg, sarà considerato un completo vaccinato.
Chi è vaccinato da più di 180 giorni, invece, può comunque andare in Israele, ma facendo parte dei gruppi organizzati, che avranno regole specifiche. Innanzitutto, l’operatore italiano che organizza il gruppo dovrà procedere alla richiesta attraverso un DMC israeliano che si occuperà di svolgere tutte le pratiche attraverso il Ministero del Turismo che a sua volta inoltrerà richiesta definitiva al Ministero della Salute israeliano. Questo, perché il progetto prevede l’ingresso giornaliero di massimo 2.000 persone da tutto il mondo vaccinate da oltre 180 gg.
Inoltre, chi è vaccinato da oltre 6 mesi sarà tenuto ad effettuare un tampone PCR ogni 72 ore durante il soggiorno in Israele, e gli sarà consentito spostarsi solamente attraverso la “bolla” del gruppo: non potrà cioè girare autonomamente, ma solamente seguire l’itinerario del gruppo. Infatti, per i gruppi che abbiano a proprio interno persone vaccinate da più di sei è obbligatorio anche l’uso di una guida turistica.
Come sottolinea Pietro De Arena, marketing manager dell’ente, «se prima per qualsiasi tipologia di gruppo bisognava per forza passare da un tour operator e quindi per forza da un dmc israeliano che si occupava di tutta l’organizzazione, e di tutta la gestione delle regolamentazioni, adesso questo vale soltanto per i gruppi al cui interno ci sia qualcuno vaccinato da più di 180 giorni. Quindi è una grande apertura al turismo».
Gli fa eco Mariagrazia Falcone, responsabile turismo religioso e direttore comunicazione, secondo la quale queste nuove regole offrono «una grande possibilità per tutti i gruppi che sono già stati programmati soprattutto per le prossime festività natalizie e anche dopo».
Per quanto riguarda nello specifico i luoghi santi, sottolinea Falcone, è stato costruito uno specifico punto informazioni (il Christian Information Center), che tra le altre cose organizza ingressi contingentati nei luoghi medesimi, quindi in tutta sicurezza.
Confini aperti anche con la Giordania, adesso raggiungibile anche via terra oltre che via aerea. Una volta arrivati in Israele, le regole per usufruire delle varie attrazioni, e per girare nei luoghi pubblici sono molto simili all’Italia: obbligo di mascherina nei luoghi chiusi e possibilità di entrare in ristoranti, musei, ecc.. mostrando il green pass. I bambini non vaccinati non possono entrare nel Paese.
Nonostante le regole per la sicurezza, quindi, Israele è sempre più aperta al turismo, in particolare a quello dall’Italia, dimostratasi una delle Nazioni a maggior potenziale verso Israele nel 2022. Infatti, con 4-551.600 presenze nel 20219, quello Italiano è il 6° mercato mondiale del turismo per Israele ed è tra i 5 mercati con il miglior trend di crescita per la destinazione-
«L’Italia è un mercato molto importante per noi- ha dichiarato Kalanit Goren Perry, direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo per l’Italia- e la nostra aspettativa è che per il 2022, anche grazie ai molti collegamenti, alla vicinanza, e al mutuo riconoscimento del sistema di green pass, sarà sempre più importante per la nostra destinazione».
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