Enrica Montanucci lo chiama “breviario”. Non è un caso se ricorre a un termine “forte”, di natura religiosa, la presidente di Maavi, parlando del vademecum del viaggiare sicuri: i terribili scenari di guerra in Medio Oriente – come il conflitto russo-ucraino – e l’allarme terrorismo, che corre come un brivido lungo la schiena del mondo, ne hanno consigliato il varo il più in fretta possibile per tutelare i turisti. In un momento così servono serenità e il “conforto” di passare dal turismo organizzato.
«Un progetto “figlio” della pandemia, studiato con le altre associazioni per farlo formalizzare alla Farnesina», spiega Montanucci. Il presente non può attendere. Le fiamme divampate in Israele e nella Striscia di Gaza e le minacce terroristiche – in un giorno è scattato l’allarme bomba in 11 aeroporti francesi – hanno investito rapidamente anche il settore turistico, rialzatosi dopo la mazzata Covid. Le tre “P” – paura, psicosi, panico – hanno destabilizzato viaggiatori e pellegrini, ancora prima degli avvertimenti sul sito viaggiaresicuri.it del ministero degli Esteri, che ha organizzato il ponte aereo per rimpatriare i connazionali. Nessuno sconsiglio “ufficiale” però.
Ecco perché la Montanucci invoca calma e gesso oltre al “breviario”: «L’idea risale ai tempi del Covid e include la necessità di rivolgersi a professionisti per muoversi. Noi agenti per primi dovremmo farlo diventare un mantra da trasmettere al cliente, perché solo in tutela e con un’agenzia alle spalle si può viaggiare senza problemi». Durissimo però il contraccolpo sul mercato. Dal 7 ottobre il Medio Oriente è quasi tabù per i turisti e anche per Giordania ed Egitto si registrano cancellazioni da parte degli operatori e, in generale, un calo dell’ordinato, come ha annunciato il presidente di Astoi, Pier Ezhaya, già in fiera a Rimini.
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La terra dei Faraoni è una delle mete preferite dagli italiani, era in netta ripresa dopo la parentesi Covid e per le agenzie di viaggi è il pane quotidiano. Maavi, allora, ha deciso di rincuorare agenti e turisti con il gruppo Facebook #nonsmetteremodiviaggiare: «Riceviamo notizie distensive da chi è in Egitto e in Giordania – conferma la Montanucci – Dal Cairo ci dicono che la sensazione è di sicurezza. Bisogna lavorare sui clienti, rasserenarli e trovare le giuste destinazioni. I primi effetti si vedono: la voglia di partire è intatta, la gente preferisce cambiare meta piuttosto che annullare. Un segnale importante».
Il “breviario” è un passo in avanti, perché «un turista è più tranquillo se legge un’indicazione che fa riferimento alla Farnesina. Può registrarsi nei siti indicati e, in caso di contrattempo, è rintracciabile e viene recuperato, al contrario di quanto successo in estate per tante persone nelle zone colpite da cataclismi. Ecco perché è importante avere un’adv che gestisca la situazione, con tanto di assicurazione». Bando alla paura, quindi, ma a fronte di chi viaggia ugualmente, c’è chi sceglie la strada del rimborso. Come si tutelano i tour operator di fronte a istanze condizionate dalla psicosi?
Parola alla difesa, incarnata da Astoi, l’associazione dei t.o. di Confindustria. «Purtroppo non esistono tutele, se non informare correttamente i consumatori spiegando l’oggettività di quello che accade e cercando di evidenziare le differenze tra le varie situazioni. L’emotività di fronte alla crisi in Medio Oriente tende ad avere il sopravvento, ma bisogna esaminare le cose con buon senso. Gli operatori si muovono in funzione di due stelle polari: la prima è la direttiva pacchetti, che regola il turismo organizzato, la seconda è rappresentata dalle linee guida della Farnesina».
Non è semplice distinguere tra fattori oggettivi e soggettivi: come si fronteggiano “gli assalti” delle associazioni dei consumatori? «Limitandosi ai fattori oggettivi e riconducendo quelli soggettivi alla libera scelta del cliente». In questi casi gli operatori si muovono all’unisono oppure ognuno segue un proprio iter? «Ognuno sceglie la propria linea. Chi ha più “capacità d’offerta” può essere più flessibile, ma alla fine, proprio perché siamo stati abituati negli anni a fronteggiare diverse crisi, la maggior parte degli operatori segue le due “stelle polari”».