Dimmi come viaggi e ti dirò chi sei. È il biglietto da visita di Frederic Naar, a capo dell’omonimo tour operator milanese, che come un sarto confeziona itinerari su misura per i turisti. O meglio, il turista. Perché i viaggi da “single”, ormai, non sono più un’eccezione, anzi. Dal palco di Bit il fondatore del t.o. – reduce dal rebranding – rilancia così.
«Naar è un tour operator tipico e atipico al tempo stesso. Tipico nei valori, perché è un t.o. classico che tende a organizzare soprattutto – o quasi esclusivamente – viaggi individuali di medio-alta gamma: parliamo di circa 9.000 euro, quindi un budget elevato. Naar, però, è anche atipico, perché si affida molto alla tecnologia, che di solito non si sposa alla perfezione con un t.o standard».
Il Covid è già un lontano ricordo, Naar è tornato a viaggiare a gonfie vele.
«Abbiamo recuperato egregiamente nel post pandemia, con crescite importanti nel 2022 e nel 2023, e il 2024 è partito benissimo, con numeri che segnalano un’ulteriore impennata. Merito anche dei miglioramenti fatti sia sotto il profilo della tecnologia, per rendere molto più rapido il lavoro delle agenzie, che in termini di prodotto. Una voce in cui abbiamo investito in particolare è l’assistenza durante il viaggio: abbiamo un help desk h24, nel quale abbiamo triplicato gli investimenti rispetto al pre Covid. In sostanza, abbiamo tre persone interne e sei esterne che lavorano solo per risolvere cancellazioni di voli, ritardi e qualsiasi altro disagio. Inconvenienti che, dopo la pandemia, accadono molto più di frequente».
I viaggi individuali, dunque, sono il vostro pane quotidiano: è la conferma che questo tipo di vacanza torna ad avere un forte appeal.
«Assolutamente sì. Il grosso problema, a parer mio, è che il 90% dei tour operator è stato abituato a vendere i “famosi” pacchetti – volo+soggiorno – e non è pronto alla flessibilità che chiede il cliente. Noi invece siamo abituati a cucire l’abito su misura per viaggi molto più complessi dei pacchetti standard. È una sfida che ci stimola tantissimo. Va anche detto che offrire un prodotto di breve raggio su misura ha per noi la stessa importanza e anche le stesse caratteristiche di un viaggio complesso in mete lontane. L’Europa che proponiamo è infatti per molti aspetti sconosciuta, con itinerari al di fuori delle rotte comuni, per cogliere l’autenticità e l’essenza delle destinazioni, con una gamma di servizi davvero interessante».
La pandemia è alle spalle, eppure resta un convitato di pietra in ogni discorso relativo al turismo: non è giunto il momento di guardare esclusivamente avanti?
«Sono d’accordo, ormai il 2019 è superato da tutti i punti di vista. Diciamo che dopo il 2023 resta l’anno su cui fare il confronto vero, perché il 2022 è stato interlocutorio».
Cosa raccontano allora i numeri del 2023 per Naar?
«Il nostro bilancio è lusinghiero: abbiamo chiuso con un eloquente +15% rispetto, appunto, al 2019. Giuro, è l’ultimo anno in cui parlo del 2019…».
Apriamo volentieri una finestra sul futuro: cosa si intravede quindi per il 2024?
«Puntiamo a un +10/+12% rispetto al 2023. Che significherebbe, nel complesso, un bel +27% nei confronti del fatidico 2019. Posso aggiungere, con un pizzico d’orgoglio, che abbiamo aperto in Francia e nel primo anno, il 2023, ci sono state crescite significative: il tutto grazie ai prodotti e alla tecnologia italiana. È stato creato lo stesso business model di Naar per le agenzie transalpine».
È tempo di presentare un modello di “viaggi complessi” che sono il marchio di fabbrica di Naar.
«Come accennavo, il 90% dei nostri viaggi comprende almeno due destinazioni d’arrivo, ad esempio Dubai+Maldive, escluso il punto di partenza. Oppure possiamo costruire itinerari che toccano più mete negli Stati Uniti, in Australia e in Giappone, con spostamenti in treno, in auto».
E qual è il viaggio da costruire che tira di più in Italia?
«Senza dubbio il Giappone, dove Naar è il numero uno nei viaggi tailor made. Oltre ai Paesi già citati, anche il Canada esercita un forte fascino. La vera chicca, però, di fascia più alta – ma neppure troppo in verità – richiama al classico sogno nel cassetto e va tantissimo: i giri del mondo. Un “tour” che, ipotizziamo, può comprendere l’Ovest degli Stati Uniti, le Isole Fiji, Nuova Zelanda e Hong Kong. Grazie a tariffe che hanno studiato per noi le compagnie aeree, riusciamo ad avere dei giri del mondo a prezzi più accessibili di quanto si pensi».
In meno di 80 giorni?
«Sì – sorride Frederic Naar – anche in tre o quattro settimane. O, per chi preferisce, organizziamo un “mezzo giro del mondo” che coinvolge due o tre continenti. In ogni caso, giro del mondo o meno, la prossima frontiera di Naar è rappresentato dall’Europa Tailor Made».
Insomma, se i vostri clienti hanno voglia di indossare gli abiti – su misura – di Phileas Fogg, Naar fa al caso loro.