La tecnologia sarà dappertutto e cambierà non solo la forma, ma anche il modo in cui siamo abituati a pensare al negozio fisico, alla sua struttura e ai suoi parametri. Benvenuti nel 2040, quando il cliente sarà sempre più affamato di esperienze uniche e sarà al centro di una continua vita digitale. Parola di Euromonitor International, che con il suo paper “Commerce 2040 – Revolutionary Tech Will Boost Consumer Engagement” ha provato immaginare come cambierà l’esperienza di acquisto tra 20 anni.
Le evoluzioni tecnologiche cambieranno, prima di tutto, il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci divertiamo: di conseguenza anche i viaggi saranno completamente diversi da come sono ora. Ma ancora più nuovo sarà come acquistiamo le nostre vacanze.
Se Facebook, Uber e Airbnb hanno caratterizzato la prima parte del nuovo secolo seguendo lo schema della rivoluzione mobile e della connessione tra persone invece che tra i cosiddetti asset (mezzi di trasporto, hotel, e mezzi di comunicazione), nel 2040 sarà l’essere umano a essere interconnesso a tutto ciò che lo circonda e sempre più bisognoso di stimoli. Ecco , quindi, che le nostre case saranno ipertecnologiche, molto più di quanto non siano già ora, con schermi interattivi e realtà aumentata in ogni angolo.
Gli shop o i punti vendita invece, non sono destinati a sparire, ma piuttosto si trasformeranno in luoghi studiati per sperimentare esperienze virtuali: spariscono magazzini, sale d’attesa, inventari, pos e scrivanie mentre appaiono sistemi di riconoscimento facciale, robot, postazioni interattive e droni.
Il consumatore contemporaneo, infatti, si è già mosso definitivamente verso la completa personalizzazione delle sue esperienze e il report di Euromonitor prevede che proprio questo tipo di attività (spese per divertimento, shopping, viaggi e cibo) vedrà crescere la spesa globale da circa 5,2 a 7 trilioni di euro (milioni di miliardi) entro il 2030.
I punti vendita, agenzie di viaggi comprese, diventeranno quindi dei luoghi dove provare in anteprima attività e prodotti. Proprio questo nuovo ruolo dovrà spingere le imprese a cambiare di nuovo il punto di vista per confrontarsi con un cliente ancora più infedele (a brand, marchi e società) e sempre più connesso, che acquista tramite il riconoscimento facciale e condivide i dati biometrici e le sue preferenze su ogni tipo di prodotto o servizio.
L’esperienza di acquisto in agenzia, per esempio, coinvolgerà il cliente non solo con l’anteprima di una cabina delle sua crociera, ma su tanti altri dettagli: potrà verificare la vista dal suo ombrellone nel villaggio, la necessità e (la sua effettiva funzionalità) di una giacca tecnica per scalare una montagna, la comodità dei trasporti pubblici o privati a destinazione, o provare (su suggerimento del consulente) a vivere l’anteprima di un grande evento sportivo in uno stadio. La sfida, quindi, non sarà più quella di portare il cliente in agenzia, ma invece sarà necessario fargli vivere un’esperienza unica ad ogni sua visita, supportando tramite la tecnologia sia le sue scelte sia il business dell’agente di viaggi che sarà sempre più un fornitore di servizi a 360 gradi, ma altamente specializzato.