Visit Britain spinge in adv gli itinerari a tema

02 Novembre 07:00 2018 Stampa questo articolo

Non sarà l’anglomania degli anni Settanta-Ottanta, eppure il richiamo del Regno Unito è ancora molto forte. L’Italia, infatti, è l’ottavo bacino di traffico inbound con 1,7 milioni di visitatori nel 2017 e una spesa complessiva di 841 milioni di sterline, pari a circa 954 milioni di euro.

A conti fatti, lo share del nostro mercato è del 5%, pari a quello della Polonia e dell’Olanda. Siamo quindi tra i big spender all’ombra del Big Ben e, riguardo ai trend emergenti, Cristina Bernabè, regional manager Southern Europe di Visit Britain in Italia, non ha dubbi: «Nel segmento dei viaggi organizzati, i trend di primavera ed estate di maggiore rilievo sono i tour di 7 notti e 8 giorni diretti principalmente in Scozia e nel sud d’Inghilterra. Funzionano bene anche le città storiche come York, Edimburgo, Bath, Oxford, Cambridge. Stiamo spingendo molto anche lo Shakespeare Country, quindi Stratford upon Avon e tutte le attrazioni legate al Bardo».

Per la stagione autunno/inverno, l’ente del turismo spinge invece su «short break e city break con collegamenti diretti su Manchester, Bristol e Glasgow. Queste destinazioni funzionano molto bene, sia come pacchetti organizzati sia come destinazioni fai da te, grazie alle tante e diversificate opzioni per i voli e per gli hotel. Londra, ovviamente, è sempre in cima alla lista dei desiderata in tutte le stagioni. Altra tipologia di viaggio che proponiamo è il city plus, per esempio Londra+Brighton. L’idea è di allungare il classico weekend nella capitale con una giornata a Brighton, che tra l’altro è vicinissima all’aeroporto di Gatwick».

Da qui una serie di iniziative promozionali che Visit Britain ha messo in campo per consolidare i trend dall’Italia, come spiega Bernabè: «Al momento siamo online su visitbritain.it con la campagna globale Io viaggio per. È un’azione multimercato, ma geolocalizzata a seconda dei passion point più importanti per ciascun bagno. Per ciascuno vengono proposte una serie di esperienze tematiche. Un punto molto importante che accomuna tutti i mercati è quello dell’unexpected, ossia ciò che non ci si aspetta di trovare in Gran Bretagna, che per l’Italia è “Io viaggio per stupirmi”. È una campagna che si rivolge direttamente al consumatore, promossa prevalentemente online e sui social media. Abbiamo anche in programma un’azione con easyJet per la stagione invernale per promuovere i city break».

Forte attenzione, da parte di Visit Britain, anche verso il canale agenziale: «Ultimamente – ricorda Bernabè – abbiamo ideato una serie di itinerari tematici pensati per t.o. e adv. Basta cliccare su trade.visitbritain.com/it destinazione-regno-unito/itinerari/ per avere tutte le indicazioni e personalizzare le offerte».

Sulle possibili ripercurssioni della Brexit, la manager afferma: «Quello che possiamo dire è che per ora nulla è cambiato, e che il turismo rimane una delle industrie di esportazione più preziose, la terza più grande in fatto di servizi, e può attirare grandi investimenti da tutto il mondo. L’anno scorso il Regno Unito ha registrato un record di 39,2 milioni di visite dall’estero con visitatori in entrata che hanno speso 24,5 miliardi di sterline. Vogliamo che i nostri confini restino il più agevoli possibili».

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Andrea Lovelock
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