Stretta europea sui visti ai russi a partire da lunedì. Il Consiglio Ue ha approvato la proposta della Commissione di sospendere, alla luce del conflitto in Ucraina, l’accordo del 2007 che facilitava il rilascio dei lasciapassare ai cittadini della Federazione.
Il provvedimento, precisa una nota di Bruxelles, “significa che i cittadini russi non godranno più di un accesso privilegiato all’Ue e dovranno affrontare una procedura di richiesta del visto più lunga, più costosa e più complicata“.
“L’agevolazione del visto è un segnale di fiducia, che la guerra di aggressione della Russia ha completamente distrutto”, aveva dichiarato su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sottolineando come sia finito il tempo del “business as usual” con Mosca, annunciato anche che l’Europa non riconoscerà i passaporti russi rilasciati nelle regioni occupate dell’Ucraina.
Da lunedì, dunque, i cittadini russi che richiederanno un visto d’ingresso pagheranno 80 euro al posto di 35. La deadline per i singoli consolati che dovranno valutare le richieste di visto passerà da 10 a 15 giorni, con la possibilità di arrivare anche a 45 giorni nei casi di individui che richiedono controlli più approfonditi. Restrizioni, poi, anche sui visti di ingresso multiplo nell’area Schengen. Infine, i richiedenti dovranno presentare una lista di documenti completa, non più semplificata.
Nel frattempo, come annunciato ufficialmente dall’Estonia, i Paesi baltici (anche Lettonia e Lituania) e la Polonia si sono accordati per chiudere totalmente entro il 19 settembre le frontiere ai russi, anche a quelli in possesso di visto Schenghen, salvo i casi eccezionali. Un atteggiamento duro che ha provocato attriti tra i Ventisette, dove è prevalsa a maggioranza la linea morbida, ovvero la sospensione solo dei cosiddetti “visti facili”.