L’escalation del conflitto in Ucraina e la fuga dei riservisti mobilitati da Vladimir Putin, ha imposto all’Europa una nuova stretta sui visti turistici concessi a russi. Le frontiere, in generale, rimarranno aperte e non sarà sposata a livello centrale la durezza di Paesi come la Finlandia, ma da Bruxelles arrivano nuove linee guida, più rigorose.
Le guardie di frontiera, sottolinea l’Ansa, dovranno fare “controlli di sicurezza aggiuntivi”. I visti Schengen per i russi potranno poi essere emessi solo fino a 90 giorni. Così, in buona sostanza, la Commissione Ue chiede agli Stati membri di rivedere o revocare i lasciapassare già emessi, in particolare quelli di lungo termine.
«Ci troviamo in una situazione seria per quanto riguarda i rischi alla nostra sicurezza e dunque è del tutto giustificato avere un approccio più severo verso i russi che vogliono entrare nell’Unione europea», ha detto Ylva Johansson, commissaria agli Affari interni dei Ventisette.
«Se vi sono indicazioni che il richiedente potrebbe voler stare in Ue per più di 90 giorni il visto non deve essere rilasciato», è l’indicazione precisa. I visti, inoltre, potranno essere richiesti solo in Russia e non in Paesi terzi, attraverso la rete consolare dei Paesi europei.
Da Ylva Johansson, poi, un necessario distinguo: i visti turistici «non sono un diritto fondamentale», la richiesta di asilo invece sì e sta ai singoli Stati valutare se lasciare aperti i confini in tal senso oppure no.