Voli, il rompicapo Sardegna. Moro: «Ripensare il modello»
Qualche giorno in Sardegna per vacanze natalizie, riunioni familiari, relax al caldo dei venti gradi dicembrini? No, meglio New York: quell’ora scarsa di volo da Roma che avvicina l’isola al continente oggi costa più di un viaggio per l’America. Frequenze scarse, posti introvabili e biglietti costosi, la continuità territoriale per i sardi negata, diritti alla mobilità compromessi. Che sia via aria o via mare raggiungere o lasciare la Sardegna in queste settimane è complicatissimo e la questione sta per finire sotto la lente dell’Antitrust perché, così come in Sicilia – dove qualche giorno fa il presidente della Regione Renato Schifani si è rivolto all’Authority per il presunto cartello tra il vettore di bandiera Ita e la low cost Ryanair – anche dalla Sardegna è partito un appello.
Sono stati alcuni parlamentari sardi a sollevare il caso e mettere sotto osservazione i comportamenti tariffari della stessa Ita e di Volotea, i due vettori titolari delle tratte a regime agevolato per la Sardegna, parlando di “speculazione evidente sui costi di collegamento”. Analoga richiesta per i trasporti marittimi anche a causa delle inefficienze della continuità aerea.
È questa la situazione che si sta trovando ad affrontare a Cagliari il nuovo assessore regionale dei Trasporti, Antonio Moro, a quindici giorni dalla sua nomina da parte del presidente della giunta Christian Solinas, nel rimpasto che ha sostituito metà degli assessori. La missione è di quelle impossibili.
Da un lato il neo assessore, 53 anni, giornalista professionista, dovrà gestire le procedure del nuovo bando per la continuità territoriale dei sardi: i termini ultimi per le offerte delle compagnie per i voli soggetti a oneri di servizio, con o senza le compensazioni economiche previste dal bando, scadono il 31 gennaio. Ma Ita e Volotea, vincitori del vecchio bando in scadenza, copriranno le tratte fino al 12 febbraio, dopo quella data non è possibile prenotare alcun biglietto né per i residenti, né per i turisti. Dall’altro individuare un sistema stabile e garantito di trasporti da e verso il resto d’Italia nonostante le attuali dinamiche del mercato, fatto di vettori che non trovano conveniente volare nella stagione invernale verso i tre aeroporti sardi, mentre in estate ne intasano le rotte.
Assessore Moro, l’esordio non è stato di quelli più facili…
«In questi giorni le interlocuzioni con le compagnie aeree per programmare un piano di emergenza con voli aggiuntivi sono state incessanti. Abbiamo messo una pezza alla situazione di crisi gravissima che interessava tutti gli scali sardi, in particolare c’erano numeri preoccupanti su Cagliari: si è predisposto un piano che in particolare si concentra nei giorni del 21, 22, 23 e 24 dicembre, dove di ora in ora si stanno incrementando i voli, al momento siamo a circa 40 voli in più con destinazione Milano Linate e Roma Fiumicino. Adesso stiamo lavorando e monitorando la situazione di altre giornate, come quelle tra Natale e Capodanno, che cominciano ad avere coefficienti di riempimento oltre il 91%, che è la soglia sopra la quale le due compagnie sono tenute a inserire voli aggiuntivi secondo le regole del bando sulla continuità territoriale che si sono aggiudicate.
I prezzi dei biglietti per i non residenti stanno salendo alle stelle, è stato messo in allarme anche l’Antitrust. Cosa può fare la Regione?
«Le tariffe in continuità territoriale sono garantite. Purtroppo i non residenti subiscono l’andamento del mercato, che va certamente monitorato allontanando le dinamiche speculative. Mi auguro che i vettori raccolgano l’invito del ministro Adolfo Urso che ha chiesto di calmierare i prezzi. Il punto vero è avere delle compagnie aeree che comunque siano presenti tutto l’anno, favorire l’apertura di un mercato per la destinazione Sardegna».
Intanto la prossima emergenza è già annunciata: le nuove rotte agevolate saranno riassegnate verosimilmente non prima della metà di febbraio, quando si troveranno i biglietti in vendita?
«Sarà certamente un problema e lavoreremo per evitare più disagi possibili».
Tutto il mondo turistico è già in movimento per la stagione 2023, come si concilia l’assenza di programmazione dei voli con l’idea che la Sardegna diventi destinazione affermata non solo nella stagione estiva?
«Dobbiamo fare una distinzione: il regime di continuità territoriale (che consente tariffe agevolate per i residenti in Sardegna, ndr) è fatto per portare i sardi a Roma e a Milano con voli garantiti tutto l’anno, per lavoro, studio, cure mediche, famiglia, ecc., anche nei mesi in cui per le compagnie non è conveniente questa destinazione. Altro è il mercato aereo che va stimolato rendendo favorevole e appetibile per i vettori operare sull’isola e portare flussi turistici anche fuori dalla canonica stagione estiva».
Dopo il boom dello scorso decennio, le low cost hanno cominciato a lasciare l’isola, è l’effetto pandemia?
«Non solo, il sistema stava già cambiando. Da quando l’Unione Europea ha aperto la procedura di infrazione contro l’Italia, perché ha considerato aiuti di Stato le risorse che venivano date alle compagnie aeree per il co-marketing territoriale e la promozione dell’immagine della Sardegna. Qualche settimana fa una sentenza della Corte di giustizia europea ha stabilito, accogliendo i ricorsi delle compagnie, che non si tratta di aiuti di Stato, non è stato acclarato alcun vantaggio per gli operatori. Siamo stati quasi cinque anni fermi e nel frattempo è cambiato il mondo. Ora chi si occupa di turismo potrebbe riprendere in mano quelle politiche che negli anni hanno dato un grande contributo per la destagionalizzazione e per la promozione dell’immagine dell’isola in tutto il mondo».
L’attuale bando per la continuità territoriale non prevede più, come in precedenza, una tariffa unica per residenti e non, cassata dall’Unione europea: c’è chi periodicamente rievoca il modello Baleari o Corsica. Lei cosa ne pensa?
«Si può analizzare ogni modello, studiare ogni sistema, così come per anni hanno fatto la politica regionale di ogni colore, gli esperti e le università. Ma non si va da nessuna parte senza una battaglia forte e unitaria dei sardi, dalle istituzioni ai singoli cittadini, nei confronti dell’Unione europea. Il punto è lì ed è politico, si deve far comprendere in quelle sedi l’importanza non solo del diritto alla mobilità, ma anche alla connettività, per individuare un modello sardo, che consenta di combinare la garanzia di spostamento per i residenti e favorisca lo sviluppo economico delle imprese del turismo a tutti i livelli. Ora abbiamo uno strumento in più, frutto di una grande mobilitazione: il riconoscimento del principio di insularità nel nuovo articolo 119 della Costituzione italiana, che potrà rafforzare la lotta che l’Italia deve fare a Bruxelles per ottenere il giusto riconoscimento».