Voli, la gallina Premium dalle uova d’oro

Chiamateli come volete: passeggeri “Premium“, altospendenti o a “cinque stelle”. Ecco, sappiate che questa fetta di viaggiatori, che ammonta appena al 3% del totale, è la preda più ambita delle compagnie aeree e per alcune – come certifica una dettagliata inchiesta del Corriere della Sera – costituisce addirittura “la metà dei ricavi”. Che nel 2024, globalmente, sono stati pari a 102 miliardi di dollari, il 15% del fatturato totale del trasporto passeggeri (extra esclusi), circa 80 milioni.
Suite in aereo, poltrone che diventano letti, lounge in aeroporto e autista privato: sono le voci per le quali “i viaggiatori in Prima classe e Business pagano un biglietto che in media è cinque volte più caro di quello dell’Economy“, scrive il Corriere. D’altronde la quiete e l’isolamento dal resto dei passeggeri hanno un prezzo, che non tutti si possono permettere. Una suite di Prima classe, tanto per intenderci, può arrivare anche a “500mila euro, una poltrona di Business oscilla tra gli 80 e i 250mila euro“.
Roba da nababbi, insomma, ma questo si era già capito. D’altronde, gli investimenti dei vettori sono cospicui: Delta Air Lines, United Airlines, American Airlines, Finnair, Lufthansa, Iberia, Air France non vogliono essere da meno delle loro competitor mediorientali e asiatiche e coccolano i passeggeri vip in ogni modo, “dai monitor per l’intrattenimento da 32 pollici al cibo griffato dagli chef pluripremiati per finire ai kit di cortesia delle marche più note”. L’espansione del segmento lusso non sembra conoscere più limiti.
È il motivo, racconta l’amministratore delegato del gruppo Air France-Klm Ben Smith, «puntiamo anche a chi finora ha viaggiato con un jet privato». Il Gruppo franco-olandese scommette moltissimo su La Première – la Prima classe – che da qui al 2027 aumenterà il numero degli aeromobili con quattro suite. Non a caso – scrive sempre il Corsera – “il volo andata e ritorno New York-Parigi in Prima classe costa circa 19.873 euro“.
Ecco spiegati i fatturati monstre delle compagnie. Nel 2024 Delta Air Lines, considerando solo la vendita dei biglietti, ha ricavato 24,5 miliardi di dollari dai posti Economy e 20,6 miliardi da quelli in Business, vale a dire poco meno della metà del totale. Addirittura alcuni vettori sostengono che, per determinate rotte, sia sufficiente vendere i posti in Business e Premium Economy per ottenere profitti, lasciando vuoti i posti in Economy.
Già il prologo al volo è di altissimo profilo, grazie alle lounge. Provare per credere, chi può almeno, “le salette di Prima classe di Lufthansa a Francoforte e Monaco, quelle enormi di Qatar Airways a Doha e di Turkish Airlines a Istanbul. Emirates, invece, ha le sue lounge, personalizzate non solo nella sua base a Dubai, ma offre il servizio di auto privata che preleva il cliente – gratuitamente fino a 50 km di distanza – a casa o al lavoro o in hotel destinazione aeroporto e viceversa. Lounge che, udite udite, sono aperte anche per i comuni mortali: i viaggiatori in Economy possono accedervi al modico prezzo di 80 euro.
Italia fuori dalla corsa lounge di lusso? Non proprio. Hanno deciso di investire in questo campo anche le aziende di gestione degli scali come Sea: a Malpensa ne ha cinque, alle quali fanno riferimento le compagnie che operano nel principale scalo del Nord. Per ora siamo su un’altra galassia, ma chissà che l’ingresso di Ita Airways in Lufthansa non possa aprire una nuova pista. «O troveremo una strada o ne costruiremo una». Qualcosa da Annibale dovremmo avere imparato.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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